Cuccioli di capriolo, ecco perchè è meglio non toccarli
“Non toccate i cuccioli di capriolo accovacciati nell’erba. Non sono abbandonati”. L’avvertenza arriva dal servizio di Vigilanza Faunistica della Provincia di Alessandria che ha varato un vademecum sul corretto comportamento da tenere in caso di avvistamento dei bambi.
Come ogni tarda primavera ed inizio estate, infatti, aumenta il numero di piccoli di capriolo raccolti da “buoni volenterosi” in giro per le campagne alessandrine. Non si tratta di animali abbandonati dalle madri. Al contrario, i piccoli sono lasciati tra le sterpaglie, a poca distanza dalla tana, per preservarli dall’attacco di predatori. I bambi hanno infatti la possibilità di “mimetizzarsi”, grazie al mantello maculato e dall’assenza di odore di cui è provvisto. I piccoli di capriolo trovati casualmente non devono essere soccorsi, non devono essere toccati o spostati da dove si trovano, pena la loro stessa futura sopravvivenza. Al contrario, chi li avvista deve allontanarsi nel più breve tempo possibile per permettere alla madre di tornare.
Gli animali che vengono prelevati, devono essere svezzati all’interno di strutture specializzate, con le conseguenze devastanti che ne derivano: una volta raggiunta l’età adulta, infatti, non saranno più in grado di integrarsi tra i propri conspecifici, riconoscendo l’uomo come proprio simile.
A chi avvista cuccioli di capriolo a bordo strada, si chiede di spostare gli stessi avvolgendoli in una coperta, (non a mani nude) a 10-20 metri dalla carreggiata, in modo tale che la madre li possa ritrovare al suo ritorno.
Peraltro, dagli uffici della Provincia ricordano come l’articolo 21 comma 1 lettera o, della Legge 157/1992, vieta, tra l’altro, la cattura di piccoli nati di mammiferi, sanzionando amministrativamente i trasgressori, con possibilità di valutare sussistenza di illecito penale nei casi più gravi.