“Botteghe storiche alessandrine”: un Albo per valorizzarle
ALESSANDRIA – Almeno quattro sono i grandi nomi, quelli delle “botteghe” storiche alessandrine centenarie che sono ancora in attività. Poi ci sono quelle che sono passate alla storia, ma che non ce l’hanno fatta a reggere il duro colpo della crisi e di un mondo del commercio che cambia. Per non dimenticare le imprese secolari, Borsalino su tutte, che non è però l’unica: esercizi commerciali e artigianali e industrie il cui nome, marchio o prodotto hanno assunto nel tempo un “significativo rilievo storico” per Alessandria. Sono 22 in provincia.
Questa è la ratio che sta dietro alla volontà dell’amministrazione comunale di istituire un Albo delle “Botteghe storiche” alessandrine e un relativo Regolamento che ne definisca le caratteristiche e i requisiti per farne parte. Come è già stato fatto in altri comuni limitrofi della provincia alessandrina. Un simbolo, un riconoscimento attestato con una “targa” distintiva da poter mostrare con orgoglio alla cittadinanza e alla quale dare massima visibilità, esponendola all’interno o all’esterno del locale. Che sia memoria, insomma.
Questa è quindi la proposta che arriva dall’assessore Mattia Roggero sulla scia di quanto fu già fatto nel 1969 in occasione degli 800 anni della Città, quando venne realizzato il censimento delle attività commerciali cittadine di significativo rilievo storico. Oggi al compleanno degli 850 anni appena trascorsi si è deciso di rifarlo “per la valorizzazione delle antiche botteghe, con la finalità di promuovere quelle attività commerciali che siano storicamente caratterizzanti della tradizione della città di Alessandria, per marchi e prodotti”.
La proposta è quindi di creare un Albo dove l’iscrizione è a titolo volontario da parte del titolare o gestoredell’esercizio che abbia sede sul territorio comunale e che risponda alle caratteristiche ed ai criteri di Bottega storica che sono stabiliti nel Regolamento. Il riconoscimento per anzianità verrà assegnato alle tipologie di esercizi con sede fissa come esercizi commerciali, gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e le imprese artigiane che abbiano la propria sede nelle aree del territorio cittadino e che da almeno 40 anni: “svolgano la stessa attività nello stesso locale, anche senza soluzione di continuità, a prescindere dagli eventuali mutamenti di gestione o di proprietà a condizione che siano state mantenute le caratteristiche originarie dell’attività”, poi che “trattino lo stesso comparto merceologico (nel commercio fisso è da intendersi come stessa sottocategoria di prodotti, per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande è da intendersi come la stessa tipologia di cibi e bevande somministrata in modo esclusivo o prevalente, per le imprese artigiane è da intendersi come la stessa attività prevalente, es:barbiere,calzolaio,vetraio,ecc.). E ancora che “siano stati mantenuti lo stesso marchio/insegna/denominazione dell’impresa e siano stati condotti dallo stesso titolare o mediante sub ingresso”. Nel regolamento si precisa anche che “ai fini del calcolo dei 40 anni vengono conteggiati: eventuali periodi di sospensione temporanea dell’attività e eventuali affidamenti in gestione a terzi per un periodo complessivo non superiore 5 anni”.
Questo il primo step, con la proposta della giunta da sottoporre e far approvare dal Consiglio comunale a cui potranno seguire altri atti, “per approvare specifiche attività promozionali a favore delle attività iscritte all’albo” come si legge in delibera.