“Aquarium”: un progetto per migliorare le visite dei bambini ai genitori in carcere
ALESSANDRIA – Occuparsi delle modalità di visita dei minorenni all’interno degli Istituti di pena per rendere migliori l’accoglienza e le visite, in quanto l’incontro con il proprio padre avviene in un luogo estraneo e per loro potenzialmente traumatico, sottoposto a regole e tempi che non sono fatti per i bambini. Lo scopo progetto Aquarium, la decorazione dei tunnel colloqui in favore dell’infanzia ed adolescenza e delle aree detentive a sostegno della salute emotiva delle persone detenute, è riuscire ad intervenire sulle pratiche di accoglienza, uscire dal “grigiore” del carcere, rendendo la presenza dei bambini “visibile e colorata”, a tutela del loro diritto ad essere felici e gioiosi pur mantenendo un legame affettivo con il genitore in un contesto dove i bambini non dovrebbero mai capitare.
“Il Progetto Aquarium, sicuramente non sarà sufficiente perché i fatti ‘interiori’ di un fanciullo separato per anni da un padre cambino, ma per molte ragioni che conosciamo noi operatori penitenziari del territorio alessandrino, l’accelerazione al cambiamento è in atto – ha spiegato Elena Lombardi Vallauri, direttore degli Istituti Unificati “Cantiello e Gaeta” – La questione centrale della nostra società di cui il carcere è lo snodo ultimo è “Il benessere del bambino” (art. 3 della Convenzione Onu). Molti pensano che allora sia meglio per i bambini non frequentare il carcere, ma è una semplificazione e una falsa protezione, che dobbiamo contrastare, dato che il bambino può innescare un’alleanza con la scelta deviante del proprio genitore, assunta come protesta verso un “brutto luogo” che lo separa dal padre. Con questo presupposto l’impegno del nostro Istituto di Reclusione è quello di mandare un messaggio chiaro alla cittadinanza di solidarietà ed avere una importante ricaduta sociale, in una prospettiva di comunità solidale ed inclusiva soprattutto se solo pensiamo all’azione di prevenzione nell’investimento sull’infanzia”.
Altri interventi di natura architettonica, che stravolgeranno il modo di custodire la popolazione detenuta, aderendo alle nuove direttive della Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo, sono stati già avviati attraverso un progetto dal nome Agorà: “questo nuovo modo di rileggere gli ambienti, non più come contenitivi della devianza, ma come luoghi di supporto terapeutico alla salute psicologica, vogliamo che passi anche attraverso processi di educazione al bello degli ambienti vitali. Il sistema penitenziario deve, quindi, rispondere alla necessità di accogliere adeguatamente questi minori attivando interventi di protezione e di prevenzione sociale. Se il progetto avrà luogo, i dipinti prodotti dagli artisti Ivan Palazzolo e Nivo Plauso raffiguranti i soggetti dei murales, saranno devoluti in beneficienza all’ospedale pediatrico SS. Arrigo e Biagio di Alessandria a nome della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria” ha concluso Elena Lombardi Vallauri.