Sono oltre mezzo milione i posti di lavoro andati in fumo in Italia dal 2008 ad oggi nel settore delle infrastrutture. Con 36 miliardi di euro di opere bloccate, il segmento delle grandi opere complesse, che in Italia vale l’8% del Pil, sta conoscendo una seria crisi con cinque delle prime dieci società (Astaldi, Condotte, CMC, Grandi Lavori Fincosit, Trevi) che hanno già avviato procedure concorsuali, o di ristrutturazione del debito.
Solo Salini Impregilo, leader del settore, continua a crescere in Italia e sui mercati internazionali, da dove ottiene il 90% del fatturato. Una crescita che potrebbe essere sempre più forte se si creasse un grande agglomerato industriale capace di sfidare i colossi internazionali, garantendo al contempo un forte impegno sul mercato interno in grado di contribuire allo sviluppo del Paese.
Il Gruppo alimenta l’espansione con continue assunzioni, non solo di giovani e non solo ingegneri, ed è alla ricerca di persone con le skill necessarie a progettare e costruire grandi opere complesse in ambienti cittadini come il Ponte di Genova o le metropolitane di Milano, Copenhagen, Parigi, ma anche in luoghi remoti come Tagikistan o Etiopia.
Le assunzioni Salini Impregilo in Italia ripartono dalla Liguria, con il Ponte di Genova su cui sono partite le attività di esecuzione lavori e che nel 2019 occuperà 450 persone, ed il Terzo Valico, che a regime nel 2021 occuperà 5.000 persone. Campania, Puglia e Sicilia, con la reti ferroviarie ad alta velocità, occuperanno circa 1200 persone. Altri 3500/4000 assunzioni potrebbero arrivare se partissero i cantieri già finanziati.
Gli under 35 rappresentano già il 45% delle popolazione di Salini Impregilo. Un impegno che si concretizza attraverso stage e tirocini per chi si avvicina per la prima volta al mondo del lavoro; career day, come quello di Catania il 22 maggio; la promozione di master universitari su programmi legati alle attività chiave del Gruppo, come il master realizzato con il Politecnico di Milano “International Construction Management”.