Scalo merci, il sogno è finito? A meno che i buffer…
Senza investitori privati l'area sembra destinata a non avere un futuro
Senza investitori privati l'area sembra destinata a non avere un futuro
Pietra tombale sull’ipotesi di rilancio dello scalo merci ferroviario di Alessandria? Sembra andare in questa direzione la risposta del mercato che nello scalo alessandrino sembra non dimostrare interesse.
E’ quanto è emerso dal convegno promosso dalla Camera del Lavoro di Alessandria e da Città Futura che hanno chiamato a raccolta politici, Rfi, Slala ed imprenditori. La parola “fine” l’ha messa Matteo Ferraris per Confindustria e Nicola Bassi di Uirnet, la società che si occupa di riorganizzazione della logistica. L’interporto di Rivalta sembra aver vinto su tutta la linea: “La vocazione di Rivalta è innegabile, ci sono le infrastrutture e c’è l’interesse del mercato”, dice Bassi, conti alla mano. “Per Alessandria – aggiunge Ferraris – ci si è innamorati di una idea che non ha mercato”.
Il flusso delle merci che provengono dal mare hanno già una direzione: Genova – Rivalta. Al massimo ne possono beneficiare Arquata Scrivia e Novi Ligure. Anche la Regione Piemonte sembra prenderne atto: abbandonato per scelte o non scelte politiche il piano Slala del 2008 (“erano state individuate risorse per 10 milioni di euro”, ricorda Daniele Borioli, ex assessore regionale ed ex presidente di Slala) la Regione aveva chiesto ad Rfi uno studio sullo sviluppo del trasporto merci su rotaia in Provincia: “l’esito non è stato confortante”, ricorda Paolo Milesio. Mentre per Novi c’è stata una manifestazione di interesse da parte di un investitore privato per San Bovo, su Alessandria il bando è andato deserto.
Rfi si dice “disponibile a valutare proposte”, se queste arrivassero. L’amministrazione di Alessandria, con il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco, ribadisce la vocazione logistica del capoluogo. Ma, al di là delle dichiarazioni di principio, lo scalo resta inutilizzato per mancanza di interesse. L’ipotesi, che si potrebbe concretizzare con il Decreto Genova e il riconoscimento di Alessandria tra le zone a logistica semplificata, sono i buffer, parcheggi per tir, dove si potrebbe sviluppare un minimo di movimentazione delle merci.
“Il governo ha stanziato 2,5 milioni di euro”, ricorda Riccardo Molinari. Spiega tecnicamente quel che potrebbe accadere Nicola Bassi: “Anche nelle esperienze più virtuose del Nord Europa il traffico merci su rotaia arriva al 30%. Il resto continuerà a viaggiare su gomma. Il porto di Genova rischia però l’intasamento. I buffer sono aree di raccolta dove le merci possono sostare in attesa di entrare in banchina”. Sarà questa la destinazione di Alessandria Scalo?