Da Alessandria al porto di Genova: terminato il restauro del dipinto murale di Pietro Sassi
Presentato il restauro di uno dei dipinti murali di Palazzo Rosso a firma del paesaggista alessandrino Pietro Sassi della metà dell'Ottocento. L'intera volta di una stanza del Comune è stata riportata alle "origini", eliminando il "nero fumo" provocato dalla vecchia illuminazione a gas e dal riscaldamento. Una veduta inedita della città di Alessandria con i suoi due ponti, inserita in un paesaggio continuo tra il porto di Genova e le coste toscane da un lato, Torino e le vallate alpine dallalt
Presentato il restauro di uno dei dipinti murali di Palazzo Rosso a firma del paesaggista alessandrino Pietro Sassi della metà dell'Ottocento. L'intera volta di una stanza del Comune è stata riportata alle "origini", eliminando il "nero fumo" provocato dalla vecchia illuminazione a gas e dal riscaldamento. Una veduta inedita della città di Alessandria con i suoi due ponti, inserita in un paesaggio continuo tra il porto di Genova e le coste toscane da un lato, Torino e le vallate alpine dall?alt
ALESSANDRIA – Una veduta inedita di Alessandria con i suoi due ponti, inserita in un paesaggio continuo tra il porto di Genova e le coste toscane da un lato, Torino e le vallate alpine dall’altro. Questo è quanto raffigurato nel dipinto murale della volta di una stanza di Palazzo Rosso, quella del capo di gabinetto, a firma Pietro Sassi, paesaggista alessandrino che operò nella seconda metà dell’Ottocento, all’epoca del mandato del sindaco, Pietro Moro (1883 -1895) e realizzò in due locali del palazzo comunale alcuni dipinti a tempera su intonaco che rappresentano spazi naturalistici e vedute italiane.
Un dipinto a tempera che rappresenta una “pagina di storia alessandrina”, che “era giusto restituire alla città, a tutta la comunità” come ha voluto sottolineare il primo cittadino, Gianfranco Cuttica di Revigliasco durante la presentazione della fine lavori di questa prima parte di restauro.
Un primo intervento per riportare alla luce l’opera di Sassi era stato iniziato e subito abbandonato al tempo dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Mirabelli. “Poi mai più nulla. Nessun altro intervento”. Oggi, con il parere preventivo richiesto alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria Asti e Cuneo, e grazie al lavoro di due mesi dei restauratori Roberto Ilengo e Pierfranco Nicola di Asti, dalle pitture è stato rimosso l’annerimento diffuso dovuto alla vecchia illuminazione a gas e ai fumi del riscaldamento. A seguito dei sondaggi preliminari è stato asportato il “particellato” e sono stati svolti lavori di consolidamento delle varie parti in pericolo di caduta. Sono state chiuse le crepe e si è proceduto con il ritocco per schiarire e uniformare ulteriormente le zone annerite e danneggiate da vecchie vernici e quelle “striature” create dallo strato di colla che veniva dato prima della pittura. Come è stato spiegato dai restauratori.
Un primo step di lavori, cui seguirà una verifica delle decorazioni a stucco e dipinte della Sala Giunta che presentano problematiche maggiori viste i “fiumi di acqua”, ovvero le infiltrazioni dal tetto che le hanno fortemente danneggiate e, a seguire, un intervento di ripulitura delle pitture presenti nell’ufficio del Sindaco, anche quelle a firma Pietro Sassi.

SCHEDA TECNICA DEGLI INTERVENTI DI RESTAURO

La superficie pittorica, oggetto dell’intervento, appariva notevolmente annerita, le cromie erano appena percepibili e presentava sottili fessurazioni, alcune delle quali, piuttosto vecchie, erano già state nel tempo malamente reintegrate.
Nel corso dell’intervento di restauro sono state eliminate alcune vecchie tubature metalliche che si inserivano nella volta creando un ampio alone biancastro. Il dipinto murale della volta presentava le maggiori problematiche di intervento per le sue condizioni conservative. E’ stato necessario, inizialmente, appurare la tecnica di esecuzione dell’opera e, di conseguenza, definire una sequenza di test per la rimozione della pesante patina scura che offuscava le cromie.
Individuata la tecnica usata che è risultata essere una tempera su intonaco preparato a colla, si è potuto procedere, dopo i vari test effettuati, alla pulitura totale della superficie, privilegiando metodi a secco, cioè senza l’uso di sostanze liquide, anche perché il colore a tempera usato dal pittore risultava molto sensibile e delicato.
Successivamente, le numerose alterazioni cromatiche dovute alla colla utilizzata nella preparazione dell’intonaco, sono state attenuate ed adeguate cromaticamente al colore originale. Una protezione superficiale fissativa ha concluso il lavoro di restauro. L’opera ritorna oggi ad essere nuovamente fruibile per la comunità con il recupero della totale della sua leggibilità, occultata da anni sotto spesse patine scure e polverose.
