L’inventore più prolifico viene dall’Albania, ma ha Alessandria nel cuore
All'ufficio brevetti di Alessandria ne arrivano proprio di tutti i colori. Si deposita un nuovo tipo di occhiali o un magneto ionizzatore per l'acqua. Ogni anno sono una decina. Quindici richieste in totale solo dell'inventore Tomor Imeri che addirittura sa come rilanciare il Porto di Genova
All'ufficio brevetti di Alessandria ne arrivano proprio di tutti i colori. Si deposita un nuovo tipo di occhiali o un magneto ionizzatore per l'acqua. Ogni anno sono una decina. Quindici richieste in totale solo dell'inventore Tomor Imeri che addirittura sa come rilanciare il Porto di Genova
ALESSANDRIA – Sulla pila di scartoffie, nella cartellina azzurrina l’ultima richiesta di registrazione di un’invenzione è per un’applicazione che genera i QR. Non sembra originalissima, ma il titolo può ingannare: “Qui si ricevono e si protocollano le richieste di brevetti, modelli di utilità – migliorie ad un’invenzione già esistente – e marchi. E’ il MISE che alla fine decide, e solo allora può finire nel registro nazionale”, spiega il responsabile alla Camera di Commercio, Giancarlo Carrara. E chissà se rientrerà anche quell’”occhiale senza lenti” che fa capolino sulla scrivania super affollata di papiri. Tra le richieste, pure una diga a piattaforma galleggiante e un criptico “Right on the road”: “Sarà un dispositivo per guidare…” ipotizza Carrara che dal 1989 si occupa dell’ufficio brevetti. Tra le recenti invenzioni alessandrine che poi hanno avuto non solo un riconoscimento teorico, ma anche uno sviluppo pratico è il semaforo collegato con le strisce pedonali ‘intelligenti’: rileva la presenza del pedone e fa scattare un segnale luminoso intermittente. “Lo hanno venduto al Comune di Torino”, ricorda.
Nell’ultimo anno di invenzioni vere e proprie ne sono state depositate una decina: “Due brevetti e dieci modelli di utilità”. Marchi e loghi a bizzeffe: “Quando ho iniziato, i depositi erano una cinquantina all’anno, ora sono duecento. Oggi c’è più attenzione a tutelare le proprie idee, che siano invenzioni o frutto d’ingegno. Una volta ci si dava la mano e ci si fidava…”. Il registro dei brevetti è nazionale, pertanto si può depositare in qualsiasi Camera di Commercio, indifferentemente dalla residenza dell’inventore. “Le grandi aziende si affidano a studi specializzati, da qui non passano le industrie famose alessandrine”. Uno che passa spesso è Tomor Imeri, alessandrino di adozione, “Cliente fisso di quest’ufficio”, scherza Carrara.

L’inventore è stato responsabile di trivellazioni nei pozzi petroliferi albanesi, e i principi della termodinamica e quelli idraulici dice di averli studiati per bene.
“Il brevetto riconosciuto in Cina riguarda un sistema che in pratica evita di intasare gli scarichi fognari in situazioni di ‘bombe d’acqua’ o alluvioni, utilizzando le leggi di Torricelli”, racconta orgoglioso. Ma non solo. Tomor Imeri è una presenza abituale all’ufficio brevetti, tanto da depositare una sua invenzione – o miglioria – almeno una volta all’anno.
Si è anche occupato di preservare il PH dell’acqua minerale: “Sull’etichetta è segnato il valore alla fonte, perché durante il tragitto e la conservazione il PH scende, ma non sappiamo di quanto. Ho messo a punto un sistema che toglie i residui fissi dall’acqua dell’acquedotto e carica di ossigeno quella del rubinetto”. E poi ci sono gli studi sul sale liquido e altre applicazioni per dei pannelli solari ad alta capacità. E il porto ‘galleggiante’ con una serie di dighe a pressione per resistere alle onde. Tante idee, alcune delle quali potrebbero vedere un utilizzo pratico a breve: “L’UPO mi conosce, Amag anche, collaboro con studi ingegneristici a Genova e in America… ma in Italia non c’è la cultura dell’innovazione come altrove, in cui ti valutano esclusivamente per le tue idee”.