Un “Piano del colore” per i palazzi del centro e per piazza Garibaldi
Home

Un “Piano del colore” per i palazzi del centro e per piazza Garibaldi

Dopo quasi 70 anni il Consiglio comunale dovrà approvare un nuovo "Regolamento edilizio" all'interno del quale è contenuto anche il "Piano coloro" per gli edifici del centro città per i quali sono stati ripresi i colori "di una volta" e per piazza Garibaldi, cui seguirà piazza Matteotti. Presenti anche prescrizioni in materia di decoro, verde pubblico e abbattimento barriere architettoniche

Dopo quasi 70 anni il Consiglio comunale dovrà approvare un nuovo "Regolamento edilizio" all'interno del quale è contenuto anche il "Piano coloro" per gli edifici del centro città per i quali sono stati ripresi i colori "di una volta" e per piazza Garibaldi, cui seguirà piazza Matteotti. Presenti anche prescrizioni in materia di decoro, verde pubblico e abbattimento barriere architettoniche

 ALESSANDRIA – Sono passati 67 anni: il Regolamento edilizio del comune di Alessandria è del 1951 e solo oggi si mette mano per un nuovo Regolamento, che sarà formato da una prima parte “tipo”, ovvero modello sancito e quindi uguale per tutti dalla bozza Stato-Regioni, e una seconda parte con peculiarità locali. Per un totale di 137 articoli suddivisi in in diverse tematiche che dettano le prescrizioni sui nuovi edifici e su quelli da ristrutturare prendendo in considerazione anche il decoro pubblico, il verde e in materia di disabilità, l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Un Regolamento che Palazzo Rosso avrebbe dovuto presentare alla Regione a luglio, ma che per una proroga ora ha come scadenza la fine del mese di novembre. Così nell’arco di questi mesi gli uffici comunali hanno deciso di redarre anche il “Piano del colore” da allegare al Regolamento, inserendo non solo il centro città, ma anche piazza Garibaldi, “dopo le innumerevoli richieste che abbiamo avuto dai cittadini” come ha ricordato il vicesindaco Davide Buzzi Langhi. Che significa avere una piazza “omogenea” nel colore dei suoi edifici. “E non solo le facciate, ma anche i dettagli, come il colore delle persiane, piuttosto che i materiali delle colonne o di alcuni particolari artistico-architettonici”. Così c’è chi chiede tra i banchi della commissione che ha iniziato ad analizzare il nuovo Regolamento edilizio, “se chi oggi non lo ha fatto sarà sanzionato in qualche modo” (con chiaro riferimento ad un palazzo all’angolo della piazza che è stato tinteggiato poco tempo fa, senza stare in linea con il resto degli edifici della zona, ndr). Ma in realtà prima di questo nuovo Regolamento, ce n’era uno del 2002 che non era mai stato “approvato” e che di fatto non era quindi cogente nella sua applicazione, come ha spiegato l’architetto Robotti. Niente sanzione retroattiva, se così si può dire, ma con tutta probabilità sarà necessario ora adeguarsi alle nuove “regole”. Che nel tempo si potranno estendere ad altri spazi: uno su tutti è piazza Matteotti. “Così come anche piazza della Libertà sebbene con peculiarità diverse”.

Stesso discorso per i palazzi del centro storico che non avranno una “uniformità di colore” in base alla zona, ma per i quali è stato fatto un lavoro diverso, andando a riprende i colori “di una volta” di quegli edifici, con specificità monocromatiche o policromatiche. Un discorso che sulla base della valutazione della commissione edilizia o di quella paesaggistica, si potrà estendere anche ai sobborghi e non solo al centro, proprio sulla scia di un migliore “decoro urbano”.

Che uno dei temi affrontati nei tanti articoli che compongono il Regolamento, insieme a quello del verde e delle barriere architettoniche. “E’ stato esplicitato che tutti gli edifici soggetti a ristrutturazione devono poter essere accessibili a tutti, come dice la legge?” ha chiesto il capogruppo del Pd Paolo Berta, con esplicito riferimento al bar di piazza della Libertà (Rovida Signorelli) aperto da pochi mesi che invece non ha ancora ottemperato a questo, se non con uno scivolo mobile. Una “critica” che lo stesso Berta aveva sollevato sin dai primi mesi di apertura. “Si c’è l’articolo 121” ha risposto l’architetto Robotti, lasciando intendere che “casi” così non ci potranno più essere.

Un’altra richiesta che parte sempre dai banchi del Pd e che si allarga poi anche a d altri gruppi, tanto di minoranza quanto di maggioranza riguarda la composizione della commissione edilizia. Soddisfazione del consigliere Mazzoni per “averla mantenuta”, ma la richiesta del capogruppo Berta è più specifica: “è possibile inserire tra i membri un tecnico delle associazioni di volontariato e che si occupano di disabilità?”. Oltre alla presenza confermata già dagli uffici del Disability Manager all’interno della commissione. In generale anche il capogruppo della Lega Nord, Pavanello, così come il Movimento 5 Stelle con Serra hanno manifestato la possibilità di poter “modificare” alcune parti, attraverso degli emendamenti proprio su composizione e tempistiche della commissione edilizia, e non solo. Anche su altri aspetti. “Ma ci serve ancora qualche giorno per esaminare nel dettaglio il documento”.

Quindi tanti temi specifici saranno già affrontati singolarmente nella commissione bis di giovedì prossimo. Mentre la richiesta è per una “terza seduta” in cui presentare gli emendamenti ed evitare di dover fare questo passaggio in Consiglio comunale, allungando di molto i lavori.

Discorso differente invece quello proposto da Marica Barrera, ovvero di inserire anche una parte che fa riferimento al “riuso edilizio” dopo l’approvazione della legge regionale proprio sulle riqualificazioni dell’esistente. Ma secondo il dirigente, “si tratta di un’altra partita. Si tratta di un regolamento che non produce riflessi su questo Regolamento edilizio, ma al massimo sul Piano Regolatore Generale e che quindi non avrebbe senso inserirlo in questo documento”.

Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione