“Vigliacchi a Palazzo Rosso”: si allarga il fronte pronto a opporsi alla mozione ‘pro vita’. Anche PD e DemA in difesa della Legge 194
Sono 5 i firmatari della mozione comunale per chiedere la "piena applicazione della legge 194, anche nella sua parte preventiva che mira a fornire alternative all'aborto", vale a dire, secondo Locci e gli altri sostenitori, finanziare con soldi pubblici le associazioni antiabortiste. "Nessuno utilizzi soldi pubblici per questa propaganda" è la risposta delle opposizioni, sempre più compatte sul tema
Sono 5 i firmatari della mozione comunale per chiedere la "piena applicazione della legge 194, anche nella sua parte preventiva che mira a fornire alternative all'aborto", vale a dire, secondo Locci e gli altri sostenitori, finanziare con soldi pubblici le associazioni antiabortiste. "Nessuno utilizzi soldi pubblici per questa propaganda" è la risposta delle opposizioni, sempre più compatte sul tema
“Al Consiglio Comunale di Alessandria – spiega Locci – è stata presentata una mozione per la piena applicazione della legge 194 anche nella sua parte preventiva che mira a fornire alternative all’aborto, tra le altre cose attraverso le associazioni locali che già si occupano dell’aiuto alla donna e alla vita nascente. La finalità è quella di promuovere l’informazione su tutte le disposizioni normative introdotte dalla legge 194, troppo spesso interpretata per essere una norma pro aborto quando in realtà è più articolata e finalizzata a scongiurare la scelta più drammatica di porre fine alla vita e, sicuramente, tale residuale scelta non dovrebbe essere intesa come metodo contraccettivo ‘postumo’”.
Nelle ultime ore i comunicati contro la mozione presentata si stanno moltiplicando, e sono giunti anche quelli della Lista Rossa (guidata dalla ex sindaca Rita Rossa), del Partito Democratico Alessandria e di DemA Alessandria, il movimento fondato dal sindaco di Napoli De Magistris che anche in città ha da poco presto vita.
Ecco di seguito il comunicato congiunto di Lista Rossa e Partito Democratico.
La L.194 è stata una conquista di civiltà per l’Italia! Anzi occorre impegnarsi perché il diritto all’interruzione di gravidanza sia pienamente garantito insieme con una più efficace tutela di salute e libertà di scelta della donna. Da questo punto di vista vanno stanziate più risorse per i consultori, vanno avviati progetti di informazione sessuale e programmi di prevenzione e scelta consapevole della contraccezione anche nelle scuole, vanno impegnate le ASL, sul modello della Regione Lazio, a contrastare l’obiezione di coscienza al fine di ridurre il numero di aborti illegali.
A dispetto del tenore letterale del testo normativo, infatti, attualmente il diritto all’interruzione di gravidanza non è pienamente garantito.
Quanto sosteniamo è tutto il contrario dell’atteggiamento di chi è contro la vita. Anzi.
Vogliamo difendere il valore sociale della maternità, vogliamo difendere la libertà di scelta delle donne, vogliamo che ci si prenda cura del presente delle ragazze e dei ragazzi garantendo loro salute, informazione e libertà.
La legge 194 è nata con la partecipazione e l’apporto anche delle donne di estrazione cattolica, è nata per sottrarre le donne all’infamia dei tavolacci delle mammane, è nata perché l’ipocrisia di un malinteso senso della vita non schiacciasse la libertà di amare, di amarsi e di fare sesso non solo in funzione riproduttiva ma considerandolo anche un piacere vitale.
Ad Alessandria l’ipocrisia dei firmatari di questa mozione li rende anche vigliacchi, persone senza il coraggio di esprimersi contro la Legge. Ricorrono, infatti, all’escamotage di un linguaggio falsamente positivo e propongono iniziative per il sostegno alla maternità facendo un generico riferimento alle conseguenze sociali della 194, nonché ad autoproclamare Alessandria “città a favore della vita”. Il testo fa ampio riferimento ad ipotetiche inefficienze e distorsioni della L.194 avallate da dati forniti dalle associazioni pro-vita, dichiaratamente contrarie all’interruzione di gravidanza.
In base ai dati del Ministero, invece, gli aborti risultano in costante diminuzione, segno che la Legge ha effetti positivi e segno che la cultura dell’attività sessuale protetta e consapevole va incentivata. Semmai in questi anni è prevalsa la cultura del silenzio e di un finto pudore sulla contraccezione e poco si è fatto per contrastare l’obiezione di coscienza, spesso usata come paravento nelle strutture pubbliche per cadere quando gli stessi obiettori agivano in strutture private.
Su 1000 donne, tra i 15 e i 49 anni, nel 2015 il ricorso all’interruzione di gravidanza era pari a al 6,6% circa e nel 2016 al 6,5% con una riduzione dell’1,7%. Inoltre diminuiscono le donne giovani che vi fanno ricorso ma molte, per effetto dell’attività delle associazioni che tendono a dissuaderle, anche usando argomenti scivolosi, si sentono in colpa e finiscono per rivolgersi a privati, se possono permetterselo, o peggio a persone improvvisate mettendo a rischio la loro salute.
Per queste ragioni ci opporremo in Consiglio Comunale alla mozione presentata e ci mobiliteremo come gruppo PD e Lista Rossa per difendere la Legge e le donne.
Così si è invece espresso DemA, annunciando la propria adesione alla riunione indetta martedì 13 novembre da Non Una di Meno presso la Casa delle Donne in Piazzetta Monserrato 1.
A 40 anni dall’approvazione della legge 194 che garantisce l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza sicura e gratuita, ci troviamo ancora una volta a difendere il diritto di una donna di scegliere se essere o non essere madre. Abbiamo appreso infatti che anche nel Consiglio Comunale di Alessandria è stata presentata una mozione contro la legge 194 che ricalca quella già approvata a Verona e successivamente proposta in altre città. Il testo è pressoché il medesimo e chiede di impegnare il Sindaco e la Giunta a stanziare «congrui finanziamenti» a istituzioni, associazioni e gruppi antiabortisti, a promuovere iniziative contro la legge 194 e a proclamare Alessandria «città a favore della vita». Primo firmatario della mozione è il Presidente del Consiglio Comunale Emanuele Locci, da sempre espressione di quella destra reazionaria, bigotta e oscurantista che strumentalizza la religione cattolica nel tentativo di ridurre e limitare i diritti delle donne e, più in generale, di tutte le soggettività oppresse dal sistema di potere eteropatriarcale.
Questa notizia ci indigna profondamente ma non ci coglie affatto impreparati: demA è in prima linea, al fianco delle donne nella difesa delle loro libertà e diritti.
Sulla legge 194, così come su tutti gli altri diritti civili e umani faticosamente conquistati con de- cenni di lotte, non si devono fare passi indietro!
Siamo pronte e pronti a scendere in piazza, in Consiglio Comunale e in tutti i luoghi in cui sarà necessario essere presenti, al fianco di Non Una di Meno Alessandria, delle cittadine e dei cittadini, per far sì che questa mozione non venga né discussa né tanto meno approvata.
“Ne chiediamo il ritiro immediato – dice Andrea Malacarne, coordinatore di demA Alessandria – Neanche un singolo centesimo dei soldi pubblici delle alessandrine e degli alessandrini dovrà essere erogato ad associazioni ed enti antiabortisti che vogliono limitare, se non addirittura impedire, il diritto delle donne all’autodeterminazione e all’interruzione volontaria della gravidanza, un diritto su cui già pesa enormemente l’istituto dell’obiezione di coscienza. Non è un caso, infatti, che la seconda firmataria della mozione sia Oria Trifoglio, ex dirigente medico con specializzazione in Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Alessandria, obiettrice di coscienza, ex Vice Sindaca della Giunta guidata da Rita Rossa e attualmente consigliera comunale per il Quarto Polo. Ma, a quanto pare, il patriarcato non ha colore politico e in provincia stiamo già assistendo a pessimi esempi di amministrazione”.
“Ad Acqui – prosegue Malacarne – la giunta 5 Stelle presta gratuitamente spazi pubblici al Movimento per la Vita per perseguire le propria politica apertamente antiabortista. Ad Alessandria, invece, i pentastellati attaccano l’amministrazione su questa mozione ma accettano che, a partire da Acqui fino al livello nazionale, il loro Movimento sia parte di un governo che avalla le peggiori posizioni retrograde sui diritti delle donne. Non c’è coerenza né credibilità.”
Martedì 13 Novembre, Non Una di Meno ha convocato un’assemblea alle 20.30 alla Casa delle Donne in Piazzetta Monserrato 1. “Noi di demA ci saremo – assicura Malacarne – e invitiamo tutte e tutti a partecipare”.