“Question Time del cittadino”: un modo per far parlare direttamente la cittadinanza con l’amministrazione
Questa la proposta del Movimento 5 Stelle. Interpellanze direttamente rivolte dai cittadini alla giunta comunale durante le sedute del Consiglio comunale. Un primo passo per riavvicinare la cittadinanza alla politica. Una partecipazione diretta. Che non trova tutti d'accordo....
Questa la proposta del Movimento 5 Stelle. Interpellanze direttamente rivolte dai cittadini alla giunta comunale durante le sedute del Consiglio comunale. Un primo passo per riavvicinare la cittadinanza alla politica. Una partecipazione diretta. Che non trova tutti d'accordo....
ALESSANDRIA – Perché non dare tre minuti ad un comune cittadino di Alessandria per porre una domanda, per chiedere spiegazioni su una questione importante o una problematica della città direttamente al sindaco o agli assessori comunali durante una seduta del Consiglio comunale? Questa è in sostanza, con tutta una serie di “paletti” – come il fatto che le interpellanze dei cittadini vengano prima vagliate dall’ufficio di presidenza del Consiglio comunale, così che si possano ritenere “accoglibili” – la proposta del Movimento 5 Stelle che è stata portata in commissione Affari Istituzionali, affinché da semplice “proposta” (mozione) possa diventare un articolo aggiuntivo all’interno dello Statuto comunale.
“Sarebbero al massimo un paio ad ogni seduta, per un totale di 8 minuti in cui è il cittadino a rivolgersi direttamente all’amministrazione comunale senza creare quindi svantaggi per i lavori dell’aula, ma invece con il grande vantaggio di tentare di fidelizzare di nuovo la cittadinanza e riavvicinarla alla politica, ai lavori dell’amministrazione comunale”. Una forma, insomma, di partecipazione diretta, già applicata in altri comuni vicini a noi, come Valenza, Acqui Terme, ma anche Torino, Venaria e Parma volendosi spostare un po’ fuori dai confini territoriali. Una forma di interazione tra il cittadino e l’amministrazione pubblica che oggi non è possibile, visto che le sedute del Consiglio comunale sono pubbliche, ma è possibile solamente “assistere”.

Una posizione “personale” quella di Mazzoni, che si scosta da quella di buona parte degli altri gruppi di minoranza. Dai Moderati al Gruppo Dema, fino al Quarto Polo. “Sono d’accordo che siamo noi i rappresentanti dei cittadini, ma nulla vieta di pensare ad una democrazia più allargata. E’ quello che in un certo modo si faceva in passato con i consigli di quartiere” ha commentato Vincenzo Demarte. Che ha parlato di “avere coraggio” nel tentare una strada nuova che nulla toglie al ruolo del consigliere. D’accordo anche la capogruppo del Quarto Polo: “una partecipazione diretta come questa non l’avevamo mai pensata. Forse potrebbe servire anche a far conoscere un po’ di più al cittadino la macchina comunale, come funziona, cosa viene fatto”. “Non so se può essere la strada giusta, ma qualcosa in più per tentare di riavvicinare la gente a questo Palazzo lo potrebbe fare” è stato il giudizio di Diego Malagrino. Tutti d’accordo sul portare in breve tempo all’attenzione un’altra questione aperta, quella dei “quartieri”, rifacendosi un po’ all’idea delle vecchie circoscrizioni.
Una proposta che vuole “aprire le porte del Palazzo” per Michelangelo Serra dei 5 Stelle. Che è sicuramente un “simbolo” e non la risoluzione al problema della disaffezione della cittadinanza. “Ma è un primo passo, una apertura al cittadino”. Posizioni e visioni troppo distanti: la question time del cittadino sarà portata in Consiglio comunale, dove ogni forza politica potrà appoggiare o meno la proposta. “Se chiudiamo le porte del Palazzo comunale, almeno lo dovrete dire in faccia ai cittadini” ha sentenziato Serra.