Il Tribunale di Alessandria
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Lite al cinema, i testimoni scagionano una coppia alessandrina
Una coppia di Alessandria era stata accusata di aver aggredito una ragazza, che era in compagnia della madre e della sorella. Il giudice non ha accolto la tesi dell'accusa ed ha assolto la coppia che avrebbe agito per legittima difesa
Una coppia di Alessandria era stata accusata di aver aggredito una ragazza, che era in compagnia della madre e della sorella. Il giudice non ha accolto la tesi dell'accusa ed ha assolto la coppia che avrebbe agito per legittima difesa
ALESSANDRIA – Metti una sera al cinema, si spengono le luci in sala ma arrivano tre donne, la madre e due figlie, di cui una minore, che cercano il posto numerato. Il posto, però, è occupato e le tre donne tardano a sedersi, suscitando la disapprovazione di una coppia, lui 62 anni, lei 59 (all’epoca dei fatti, nel 2014) che chiede alle tre di sedersi, perchè impedivano la visuale. E scoppia la lite. Intervengono gli uomini della sorveglianza che chiamano le forze dell’ordine e pure l’ambulanza, poichè la ragazza, la più grande, lamenta di essere stata colpita. Parte così le denuncia: la coppia viene incriminata di lesioni e, solo l’uomo, di ingiurie.
Ma in aula emerge un’altra verità. Secondo l’accusa, la coppia, Luigi Ceni e Lucia Pessina, aveva aggredito le tre, sferrando calci e pugni. Lui si sarebbe anche volgarmente rivolta alla maggiore delle ragazze, indicando il suo membro.
In aula, però, il racconto delle presunte vittime – la ragazza si era anche costituita parte offesa e chiedeva un risarcimento di 7.500 euro, non è lineare. Nessuno avrebbe visto, ad esempio, il gesto volgare.
C’era, quello si, il referto medico che indicava come la ragazza avesse riportato dalla colluttazione una “distorsione della rachide cervicale”.
Determinate è stata la testimonianza di una giovane coppia che ricordava l’accaduto, ma – secondo la testimonianza resa in aula – furono le tre donne ad iniziare la lite e ad avventarsi contro la coppia la quale si era semplicemente difesa.
Al termine delle requisitorie, il giudice onorario Cerutti ha assolto la coppia, difesa dagli avvocati Tino Goglino e Marco Conti, invocando la legittima difesa.