‘Dopo di noi’: c’è il progetto per una “cittadella della solidarietà” per chi, disabile, sopravvive ai genitori
In piazzetta Bini è già presente una struttura che accoglie 10 persone, ma l'obiettivo dell'associazione Idea guidata da Paolo Berta e che trova l'interesse dell'Amministrazione Comunale è di lavorare con fondi europei ad ampliare la capacità ricettiva della struttura. "Tema di primaria importanza, presto una commissione in sede"
In piazzetta Bini è già presente una struttura che accoglie 10 persone, ma l'obiettivo dell'associazione Idea guidata da Paolo Berta e che trova l'interesse dell'Amministrazione Comunale è di lavorare con fondi europei ad ampliare la capacità ricettiva della struttura. "Tema di primaria importanza, presto una commissione in sede"
C’è perfino chi, preso da una disperazione insopportabile, finisce per compiere un gesto estremo, trovando il modo di uccidere il figlio disabile quando sente la propria morte ormai vicina, prima di farla finita. Scelte tremende che sono la denuncia più forte possibile per un problema che va assolutamente affrontato da parte della società tutta.
Sul tema si è recentemente confrontata la commissione politiche sociali di Palazzo Rosso, alla presenza dell’assessore competente Piervittorio Ciccaglioni e del consigliere comunale Paolo Berta, presidente dell’associazione Idea e primo promotore del progetto “Dopo di Noi” che coinvolge l’ex struttura del complesso di San Giuseppe, un grande spazio di oltre 5 mila metri cubi che prende 3 vie nella zona di piazzetta Bini, e dove è nata tempo fa una prima importante sperimentazione, intitolata a Rosanna Benzi.


L’assessore Ciccaglioni promette grande impegno sul tema e anzi rilancia: “faremo lì una commissione dedicata, in modo da prendere visione degli spazi e delle potenzialità del progetto. E’ una priorità per noi.
Dobbiamo lavorare per ripristinare anche i “weekend del sollievo”, vale a dire iniziative che consentano nel finesettimana di garantire accoglienza alle persone con disabilità almeno un paio di volte l’anno, in modo che anche le famiglie che sono impegnate in una meritoria attività di cura continuativa possano dedicarsi a un viaggio, a un momento di svago o di recupero delle energie, sapendo che stanno affidando la persona cara in buona mani”.