Appalto mense: un grande pasticcio che rischia di trascinarsi a lungo
Scontro fra sindacati e Giunta nella commissione convocata per discutere dell'affidamento del servizio e del destino dei dipendenti ex Aristor, presenti in massa sul loggione. Alcuni momenti di tensione, ma soprattutto tanta confusione. Fra le (poche) certezze il ritardo con cui l'Amministrazione ha affrontato il problema e la decisione di tagliare pesantemente in sede in bando il budget a disposizione
Scontro fra sindacati e Giunta nella commissione convocata per discutere dell'affidamento del servizio e del destino dei dipendenti ex Aristor, presenti in massa sul loggione. Alcuni momenti di tensione, ma soprattutto tanta confusione. Fra le (poche) certezze il ritardo con cui l'Amministrazione ha affrontato il problema e la decisione di tagliare pesantemente in sede in bando il budget a disposizione
ALESSANDRIA – A far capire che si sarebbe trattato di un incontro particolarmente delicato sarebbe bastato osservare le premesse dell’incontro. La sala del Consiglio ieri, giovedì 6 settembre, si presentava gremita, cosa assai rara per una commissione: da un lato la Giunta, praticamente al completo (sindaco compreso), con i dirigenti di Palazzo Rosso che stanno seguendo la gara d’appalto per le mense, dall’altra non solo i consiglieri ma anche i sindacati e i rappresentanti del comitato genitori oltre che, sul loggione, una folta schiera di ex dipendenti Aristor.
Al centro della discussione, il mancato accordo fra aziende vincitrici dell’appalto e sindacati in merito all’assunzione degli ex dipendenti che fino a pochi mesi fa hanno gestito il servizio, e ai quali è stato ora offerto di proseguire a lavorare per le realtà subentranti Solidarietà e Lavoro (per Alessandria) e Vivenda (per Valenza) con retribuzioni ridotte fra il 10 e il 50%, vale a dire una riduzione di 700 ore settimanali lavorate (su circa 2500 totali) con un prelievo totale dalle buste paga dei lavoratori di circa 7 mila euro alla settimana.
In più, durante la seduta, si sono palesate molte incognite sul “caso Artana”, vale a dire la società presentata come “avvalimento” per poter utilizzare il suo centro cottura, vale a dire un partner delle realtà vincitrici dell’appalto che se ne servirebbero per espletare il servizio. Peccato che i sindacati lamentino assai poca chiarezza al riguardo, sottolineando come la società non sia comparsa se non all’ultimo momento al tavolo della trattativa, nonostrante sia stato previsto (a sorpresa, rimarcano i sindacati) che la stessa azienda Artana avrebbe assunto in prima persona alcuni dei lavoratori, peraltro senza essersi mai presentata ufficialmente ai sindacati per portare avanti una trattativa. Come se non bastasse, ad oggi il centro cottura non è ancora stato considerato idoneo (sono in corso i necessari accertamenti), ma le scuole iniziano lunedì e i tempi si fanno sempre più serrati.
“Com’è possibile parlare di garanzia sulla qualità dei pasti erogati se poi nell’appalto non si prendono in considerazione gli standard qualitativi che deve avere il centro cottura usato per preparare i pasti?” lamentano i sindacati, pronti a minacciare ricorsi per la vicenda poco chiara della comparsa di Artana sono in avanzata fase di trattativa.

Da un lato a pesare sono i tempi con cui la vicenda è stata gestita, ritenuti assai tardivi. Il Movimento 5 Stelle ha rimarcato come fosse “un anno che chiedessimo di discutere del bando in commissione, sapendo che avrebbe comportato problemi, vista la delicatezza del servizio erogato e le tante incognite presenti”.
“Invece, la Giunta ha rimandato il confronto, e oggi ci troviamo in una situazione difficile da gestire, a ridosso della partenza delle scuole e senza chiarezza sul futuro dei lavoratori e sulla qualità dei pasti, visto che non si sa neppure se il centro cottura sia idoneo o meno”.
Dall’altro il problema contestato dai sindacati è quello legato ai tagli imposti in sede di bando dalla maggioranza, che ha deciso di ‘risparmiare’ praticamente 500 mila euro, e premiando per il 75% del peso in sede di scelta l’offerta economicamente più vantaggiosa. Questo ha portato come conseguenza che i minori costi si riverberino su tagli alle ore lavorate dai dipendenti, con decurtazioni che in qualche caso arrivano anche al 50% dello stipendio, e senza peraltro che tali risparmi si spostino poi sulle rette pagate dalle famiglie, che restano sostanzialmente le stesse (fatta salva una diminuzione di 10 euro in base alla fascia isee, ma destinata a un numero contenuto di famiglie).
“Il comune avrebbe potuto inserire una clausola di salvaguardia di tutti i posti di lavoro ma non ha voluto farlo” lamentano dai sindacati, mentre la Giunta e i dirigenti replicano che le nuove disposizioni di legge non l’avrebbero consentito, perché bisogna contemperare la volontà di salvaguardare mansioni e stipendi con quella della libertà di un nuovo imprenditore di riorganizzare il servizio, sulla base di procedure di lavoro differenti, e alla luce del fatto che lo ‘scodellamento’ dei pasti verrà ora eseguito dal personale delle scuole e non più da quello delle mense. “Se però il bando non avesse avuto un taglio di 500 mila euro sarebbe stato più facile mantenere i posti e le mansioni che i dipendenti hanno avuto fino ad oggi, oltre che la medesima qualità del cibo” è la replica di sindacati e opposizioni”.
“La gente deve sapere che l’Amministrazione così facendo impoverisce la città, perché colpisce più di 100 famiglie che già erano particolarmente fragili da un punto di vista lavorativo, con stipendi bassi e poche tutele”.
Secondo l’assessore Straneo invece tutti i dettami di legge sono stati rispettati ed è colpa dei sindacati non aver accettato l’offerta formulata dalle aziende e aver consigliato male i lavoratori, ragione per cui “in questi ultimi anni i sindacati stanno perdendo milioni di tessere”.

Secondo i sindacati invece una proposta simile era stata fatta da loro, ma rifiutata dalle aziende, che invece offrirebbero condizioni ben peggiori, con demansionamenti e tagli a volte superiori al 50%, situazione in contrasto con i contratti collettivi, specie se poi ad assumere i lavoratori in parte potrebbere essere la società Artana, esterna al bando di gara (e quindi con ancor meno tutele future per i dipendenti). “Una sorta di grimaldello per non rispettare ciò che prevede la legge” è la sottolineatura dei sindacati, che si dichiarano pronti a dare battaglia in ogni sede possibile.
Fra le novità emerse durante l’incontro c’è anche quella legata all’impossibilità di poter usufruire da parte dei genitori, come avvenuto gli anni passati, del circuito delle tabaccherie per pagare le rette delle mense, per ragioni di trasparenza e dettami di legge, mentre esiste la possibilità (ad oggi però non dichiarata sul sito del Comune) di diluire il pagamento su più rate.
L’ex sindaco Rita Rossa ha chiuso l’incontro con la richiesta rivolta al Primo Cittadino di fermare il bando in corso, fare un affido provvisorio e riprendere in mano la questione, magari rinunciando a un taglio così drastico dei costi richiesto dall’Amministrazione in sede di bando e negoziando una soluzione in grado di offrire più tutele per tutti.

