Mense: “Il cambio di appalto non è un’occasione per mercanteggiare professioni e ore di lavoro”
Ancora fumata nera dopo i primi due incontri delle organizzazioni sindacali con le due nuove ditte che si dovranno occupare del servizio di refezione scolastica nel comune di Alessandria e Valenza, Solidarietà e Lavoro e Vivenda. "Distanza incolmabile per raggiungere un accordo". Le due aziende parlano di un terzo delle ore da tagliare rispetto a prima. Altri due giorni di "trattativa": e la lotta continua....
Ancora fumata nera dopo i primi due incontri delle organizzazioni sindacali con le due nuove ditte che si dovranno occupare del servizio di refezione scolastica nel comune di Alessandria e Valenza, Solidarietà e Lavoro e Vivenda. "Distanza incolmabile per raggiungere un accordo". Le due aziende parlano di un terzo delle ore da tagliare rispetto a prima. Altri due giorni di "trattativa": e la lotta continua....
Questo perché nei piani dei due nuovi gestori del servizio mensa scolastica i dati sono chiari: ore in meno in parte previste per il centro cottura e altre ore tagliate per la distribuzione. Un totale di 600 ore in meno rispetto alle oltre 2000 ore della vecchia gestione unificata sotto Aristor sia per Alessandria che per Valenza.
Da qui la rabbia e la mancanza di possibilità di arrivare ad un accordo da parte di Cgil, Cisl e Uil, visto che è chiaro che il taglio di ore significherà il “taglio di teste” e quindi di lavoratori. “Il momento del cambio di appalto non è un’occasione per mercanteggiare le professioni e le ore di lavoro, ma la trattativa deve seguire e rispettare le regole. Non verrà accettata alcuna deroga in questa situazione” ha dichiarato Maura Settimo della UilTucs. 
E per ora, intanto, “si riparte con la mobilitazione e la lotta” spiegano i sindacati. “Così come non sono disposti a mollare loro, non lo faremo nemmeno noi”. All’orizzonte altri due giorni di tentativi e di trattativa, in vista dell’appuntamento che attende le organizzazioni sindacali il 4 settembre in Regione per discutere e affrontare la questione del “licenziamento collettivo”.