Due opzioni per il nuovo ponte sulla Bormida: “è indispensabile, quello vecchio non fu progettato per il traffico attuale”
Il vicesindaco Buzzi Langhi illustra le ipotesi allo studio per la realizzazione di un secondo passaggio che raccordi Alessandria oltre il fiume. "Sfumata l'occasione di farlo realizzare ai privati, serve l'impegno anche della Regione. Si tratta di una questione di sicurezza prima ancora che di flussi viabili"
Il vicesindaco Buzzi Langhi illustra le ipotesi allo studio per la realizzazione di un secondo passaggio che raccordi Alessandria oltre il fiume. "Sfumata l'occasione di farlo realizzare ai privati, serve l'impegno anche della Regione. Si tratta di una questione di sicurezza prima ancora che di flussi viabili"
ALESSANDRIA – “Senza voler fare allarmismi, come il ponte Morandi di Genova, anche il nostro non è stato progettato per i flussi di traffico attuali, con i tir ben più pesanti di un tempo e la quantità di auto cresciuta esponenzialmente. Un nuovo passaggio sulla Bormida è un’opera fondamentale per Alessandria, se ne parla da anni, non può essere rinviata ulteriormente”. A parlare è Davide Buzzi Langhi, vicensindaco di Alessandria e assessore a urbanistica e viabilità, chiamato a fare il punto sulla necessità di raddoppiare le vie di entrata e uscita della città sul lato est, quello attraversato dal fiume Bormida.
“Trovare una soluzione oggi è una priorità – racconta – anche perché non si può rischiare che in caso di emergenza la città resti bloccata, avendo un solo ponte disponibile. Le opzioni prese in considerazione anche nel recente passato sono sostanzialmente due, una più ‘cittadina‘ e una di respiro ‘provinciale’, entrambe con pro e contro, l’importante è tornare presto a discuterne”.
Qualche anno fa l’ipotesi più accreditata era quella di un intervento importante da parte dei privati, legato anche alla riqualificazione dell’area dell’ex zuccherificio: “ho visto quel progetto, presentato un tempo da Coopsette ed Esselunga. L’idea era quella di costruire un ponte passando vicino al centro commerciale Panorama, in grado di arrivare fino alla Solvay e all’area commerciale che sarebbe dovuta nascere. L’intervento sarebbe stato in gran parte pagato dai privati, come opere di urbanizzazione a scomputo. Ora però quel progetto è fermo, perché l’area di proprietà di Coopsette è in vendita e anche Esselunga per ora ha fatto scelte differenti. Però il piano esiste e sarebbe realizzabile se più enti territoriali ci investissero: si parla di costi intorno ai 15-20 milioni di euro.
La Regione è tanto che non investe più su Alessandria, mentre ha destinato fondi a progetti per altri territorio. Ci sentiamo un po’ abbandonati ma è ora di tornare a occuparsi anche del nostro capoluogo”.

Ovviamente in questo caso i costi sarebbero sicuramente più alti, ma l’ipotesi è interessante. L’importante comunque per noi è che non si attenda oltre, perché il solo ponte attuale sulla Bormida è vecchio e progettato in un’altra epoca, gli va sicuramente affiancato un altro passaggio che rapporti la città con l’esterno”.