Dopo l’incendio: “quella discarica è come un vulcano, prima o poi scoppia”
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Dopo l’incendio: “quella discarica è come un vulcano, prima o poi scoppia”

Viaggio nel sobborgo di Castelceriolo dove martedì sera è divampato un nuovo incendio nell'impianto rifiuti di Aral. "Qui ci siamo abituati alla discarica, ma un po' di paura c'è sempre". Intanto i carabinieri indagano sulle cause dell'incendio che potrebbe essere di origine dolosa

Viaggio nel sobborgo di Castelceriolo dove martedì sera è divampato un nuovo incendio nell'impianto rifiuti di Aral. "Qui ci siamo abituati alla discarica, ma un po' di paura c'è sempre". Intanto i carabinieri indagano sulle cause dell'incendio che potrebbe essere di origine dolosa

CRONACA – Ci sono volute 24 ore per spegnere definitivamente l’incendio divampato martedì verso le 20,30 nella discarica Aral di Castelceriolo. Vigili del fuoco, personale Aral e tecnici Arpa hanno monitorato per tutto il giorno la situazione ed effettuato campionamenti dell’aria per escludere pericoli. Verso le 21 di mercoledì è arrivato da parte dell’assessore all’ambiente Paolo Borasio, tramite il suo profilo Facebook, il “cessato allarme”.
Restano ora da chiarire le cause del rogo, partito in una vasta zona dove è stoccato materiale plastico e materiale ingombrante. Nessuno crede ad una “casualità” tanto che lo stesso sindaco, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, aveva parlato di “avvertimento in stile mafioso”. Aral è ad un passo dal fallimento ed è oggetto di un’indagine della magistratura di Brescia sul traffico di rifiuti nel nord Italia, tra Lombardia, Piemonte e Liguria. Le indagini da parte dei Carabinieri del Noe di Alessandria, sui due incendi che hanno interessato la discarica a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, sono avviate ma, al momento, nulla trapela. 
Dal cuore del sobborgo, dove si trovano la chiesa e il circolo Arci “la nuova Comune”, la montagna di terra che ricopre i rifiuti della discarica Aral di Castelceriolo, neppure si vede. Martedì sera, quando è divampato per la seconda volta nel giro di pochi giorni un incendio, la colonna nera di fumo l’hanno vista tutti, però.
“Un po’ ci siamo preoccupati, certo; poi sono passati i vigili a dire di tenere le finestre chiuse ma già la mattina dopo di odore non ce ne era”, dice un uomo sulla sessantina, seduto sulla panchina dietro la chiesa, in via Sale. “L’altro giorno è stato ancora nulla, confronto ad altre volte, quando arriva una puzza che le finestre le devi chiudere per forza, anche se non te lo dicono. Ci siamo abituati, ormai, lo sanno tutti che lì sotto ci sono rifiuti e chissa cosa.. Quella discarica è come un vulcano, e prima o poi doveva ‘esplodere’“, dice, più critico, il suo compagno di panchina.
C’è un caldo afoso mercoledì pomeriggio a Castelceriolo, con il termometro che arriva ai 34 gradi. Il centro del sobborgo sembra un set da film del neorealismo italiano, semideserto. Eppure i residenti sono circa 1.500. “I giovani sono in vacanza, o al lavoro. Qui ci restiamo solo noi pensionati”, scherza un gruppo di amici seduto al tavolino del circolo. Si gioca a carte o si chiacchera. Ogni tanto il gestore si mette al pianoforte a suonare qualche brano. “Questa mattina l’argomento di discussione era, ovviamente, l’incendio”, ammette in tono scherzoso la signora dietro il bancone del bar.
Martedì sera qualcuno non se ne è neppure accorto che fosse scoppiato un incendio. “Abito un po’ all’interno e non mi ero accorta di nulla. E neppure ho sentito i vigili. Ma ci lavora mio figlio  all’impianto Aral ed è stato lui a chiamarci per avvertirci di chiudere le finestre e non uscire di casa. Questa mattina però era tutto tranquillo e di odore non se ne sentiva”, spiega la barista, che gestisce il circolo insieme al compagno.
“Io abito qui, ho sentito la macchina dei vigili che con il megafono avvisavano di stare in casa. Abbiamo chiuso le finestre, ma odore a dire il vero non se ne è sentito. Ho visto che il fumo si spostava verso nord”, dice uno dei clienti, mentre con un occhio guarda le carte da gioco sul tavolo. “Altre volte è molto peggio, se il vento tira di qui“, conclude.
“Un po’ di apprensione c’è stata, a vedere tutto quel fumo – dice un compagno di tavolo – I disagi, del resto, li abbiamo sempre avuti qui a Castelceriolo, con quella discarica: la tassa sulla spazzatura la paghiamo come tutti gli altri, eppure le nostre case si sono deprezzate. E qualche volta il camion neppure passa a ritirare l’immondizia”. 
Anni fa, quando esistevano ancora i consigli di quartiere, era emersa, in effetti, la proposta di applicare per i cittadini dei sobborghi che ospitano un impianto rifiuti o una discarica una sorta di sconto sulla tassa. Ma non se ne era fatto più nulla. 
“Eppure noi i disagi continuiamo a subirli”, concludono gli abitanti del sobborgo. 
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