Rischio uscita dal “Patto di Stabilità”? Il Consiglio si unisce per chiedere una “modifica di legge”
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Rischio uscita dal “Patto di Stabilità”? Il Consiglio si unisce per chiedere una “modifica di legge”

Dopo diversi "tira e molla" la seduta del Consiglio comunale di ieri, lunedì 30 luglio, è riuscita ad approvare all'unanimità (maggioranza e minoranza insieme) un Ordine del Giorno che chiede l'intervento dei parlamentari alessandrini per la modifica di legge che ad oggi porterebbe Alessandria "fuori dal patto di stabilità". Nessuna possibilità di condivisione invece sulla votazione delle variazioni di assestamento di bilancio: "cresce troppo la spesa"

Dopo diversi "tira e molla" la seduta del Consiglio comunale di ieri, lunedì 30 luglio, è riuscita ad approvare all'unanimità (maggioranza e minoranza insieme) un Ordine del Giorno che chiede l'intervento dei parlamentari alessandrini per la modifica di legge che ad oggi porterebbe Alessandria "fuori dal patto di stabilità". Nessuna possibilità di condivisione invece sulla votazione delle variazioni di assestamento di bilancio: "cresce troppo la spesa"

 ALESSANDRIA – Dopo un lungo “tira e molla” – che ha visto due sospensioni della seduta del Consiglio comunale di ieri, 30 luglio – il “figlio” di maggioranza e opposizione è stato partorito con una paura comune: quella di essere fuori dal “Patto di Stabilità” del 2018, visto il campanello d’allarme fatto suonare anche dal Collegio dei Revisori dei Conti. E anche con un obiettivo comune si è riusciti a trovare la quadra del testo dell‘ordine del giorno: chiedere l’intervento dei parlamentari alessandrini eletti a Roma per arrivare ad una modifica della legge del 2016 che “penalizza” i comuni virtuosi che mettono da parte risorse per pagare i debiti degli anni precedenti e quelli ancora “vivi” dal post-dissesto.

Una richiesta “condivisa” come era stato proposto già in commissione Bilancio la scorsa settimana dal consigliere Giorgio Abonante che è andata a buon fine nonostante qualche iniziale problema sulla “esclusività” delle partite che pesano sul rischio di uscita dagli “equilibri di finanza pubblica” (come si chiama nella contabilità di oggi il Patto di Stabilità). “Non è veritiero se si dice che sono solo i debiti riconosciuti in sede di procedura di dissesto da parte dell’Osl” hanno criticato inizialmente dai banchi di minoranza, la consigliera Oneto e il capogruppo Malagrino. “Ci sono partite come quella della fideiussione di ValoriAl per 4 milioni e mezzo che viene esplicitata chiaramente dai Revisori” e che porta ad essere “fuori” dal patto per 11 milioni in totale. Da qui la richiesta di intervento dei rappresentanti del territorio a Roma.

Un “fondo rischi” che rappresenta risorse accantonate, che non incidono quindi sull’equilibrio del bilancio previsionale 2018-2020, ma che invece per “legge” pesano come un macigno sul Patto di Stabilità, con il rischio se non si riesce a raddrizzare il tiro entro fine anno di dover tagliare le retribuzioni degli amministratori, di non poter più assumere, di far saltare tutti i contratti a tempo determinato o ex Bassanini.…insomma un film già visto, verrebbe da dire.  In più occasioni dalla minoranza (Pd e M5S) è stata fatta la domanda: “ma se la legge non cambiasse, abbiamo un Piano B?”. Per ora la cura c’è: “meno spese e più entrate” come ha sostenuto l’assessore Cinzia Lumiera, che per ora non ha però dati concreti ad avvallare questo buon auspicio. Una richiesta di “ottimismo” da parte dell’assessore al Bilancio – che ha già “allertato tutte le direzioni del Comune della situazione e messo in atto azioni di contenimento della spesa e aumento delle entrate, specie grazie ad un lavoro di recupero dell’evasione dei tributi minori” – che non è stata presa troppo in parola dalla minoranza. “Nelle previsioni di entrata, così come nel previsionale di riduzione di spesa non ci sono elementi di certezza che possano garantire un rientro nei vincoli del Patto di stabilità – sono le considerazioni del Movimento 5 Stelle – Pur confidando nella richiesta di modifica di legge, questo non può essere l’unico strumento per risolvere il problema. Sarebbe come ripulire una stanza nascondendo in realtà la polvere sotto il tappeto”.

“Una riduzione delle spese che ad oggi non si vede – ha aggiunto il Partito Democratico nella persona di Vittoria Oneto – Se non solo su un settore, quello più delicato, dell’appalto delle mense scolastiche”. Non basta per la minoranza la “richiesta di ottimismo”: “almeno uscissimo dal patto perchè ci sono investimenti! Invece nemmeno quello!”. Troppe incognite, senza un Piano B, e anche un po’ di pressapochismo per il Pd. Che insieme al gruppo misto Dema, al Quarto Polo, ai Moderati e ai 5 Stelle hanno espresso voto contrario alle due delibere di “salvaguardia degli equilibri di bilancio” e di “variazione di assestamento generale del bilancio di previsione 2018-2020”.

Ora non resta che lavorare sodo nei prossimi 5 mesi per riuscire ad evitare entro fine anno di essere ancora nella situazione di oggi (a legge non modificata ovviamente): con 11 milioni che pesano sul Patto di Stabilità e una “cassa” che piange.

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