Aral: pronto il piano B. Operazione con ditte creditrici e “fusione” in Amag
Un nuovo atto d'indirizzo dell'amministrazione comunale che dovrà passare in Consiglio comunale ma che ormai delinea il "piano B" per il salvataggio di Aral che coinvolge le ditte creditrici Koster, Solero Scarl e Euroimpresa con la rinuncia ai crediti fino alla fine del concordato e la costruzione (a proprie spese) delle due vasche della discarica. E anche Amag con una "fusione" al suo interno di Aral che permetterà una volta ripresa l'attività e fatto utile di vendere quote ad un partner indus
Un nuovo atto d'indirizzo dell'amministrazione comunale che dovrà passare in Consiglio comunale ma che ormai delinea il "piano B" per il salvataggio di Aral che coinvolge le ditte creditrici Koster, Solero Scarl e Euroimpresa con la rinuncia ai crediti fino alla fine del concordato e la costruzione (a proprie spese) delle due vasche della discarica. E anche Amag con una "fusione" al suo interno di Aral che permetterà una volta ripresa l'attività e fatto utile di vendere quote ad un partner indus
ALESSANDRIA – Con la gara per l’affitto del ramo d’azienda che si è chiusa senza offerte, il primo atto d’indirizzo dell’amministrazione comunale diventa superato. E per Aral ora la salvezza si traduce nel “piano B” che l’assessore Paolo Borasio e gli altri soggetti coinvolti stanno mettendo a punto e che dovrà tornare quindi in Consiglio comunale come “la nuova strada da percorrere per tentare di salvare Aral in autonomia”.
L’idea è quella del piano di pre- concordato che prevede la continuità aziendale di Aral, grazie al congelamento di tutte le azioni esecutive e dei pignoramenti portati avanti dalle maggiori ditte creditrici (Koster, Solero Scarl e Euroimpresa) che sono tra le protagoniste di questo piano B così da poter “liberare risorse” per la gestione ordinaria di Aral. Che con la sua attività all’80% in house, cioè verso i Comuni soci e anche con Srt, e al 20% con soggetti terzi potrà tornare a fare utili e a restare quindi in piedi. Una sorta di rinuncia temporanea di Koster&Co ai 4 milioni di crediti (non entrando in pre-concordato per riscuotere quindi subito) con in aggiunta il carico di spese (800 mila euro circa) per la costruzione delle due nuove vasche della discarica di Solero, aggiudicate dalla Solero Scarl. Un “rischio d’impresa” alto, che dovrebbe venire “ripagato” (saldando quindi il credito che vantano) solo a fine concordato, attraverso la “fusione per incorporazione” di Aral in Amag Ambiente così da creare quell’unico soggetto che – da volontà della giunta di Palazzo Rosso – dovrebbe gestire l’intera filiera dei rifiuti, dalla raccolta allo smaltimento, passando attraverso la strada di un “porta a porta spinto”. Ma per Amag significherebbe non mettere subito liquidità e non avere sulle proprie spalle subito i creditori da saldare e i costi “post mortem” delle discariche esaurite (6 milioni circa).
Così si inserisce in questo piano Amag: con un’azienda (Aral) che in “continuità” di attività dovrebbe arrivare ad una migliore condizione, diventando più “appetibile”. Perchè questo è il passaggio per arrivare poi a “saldare” i crediti con le tre ditte: mettere sul mercato il 49% delle quote della nuova Aral/Amag Ambiente, cercando quindi un partner industriale forte e con il ricavato della vendita (che a buon auspicio sarà superiore ai 4 milioni) saldare i crediti con Koster&Co. Un percorso intricato, che tra pre concordato per cui il tempo è ormai stringente e poi piano di risanamento porterà a vedere i “risultati” per tutti i soggetti coinvolti tra oltre un anno. Sempre che tutto vada liscio: perché tutto è in mano al Tribunale, alla accettazione del concordato. Altrimenti il castello crolla.
Ed è proprio su questi punti che in commissione Ambiente la minoranza Pd ha sollevato perplessità: “che garanzie vengono date alle tre ditte creditrici? Perchè per il principio di “par condicio creditorum” anche altri creditori potrebbero voler rinunciare nell’immediato per poi…E Amag? Questa fusione dà delle certezze?”. C’è anche chi, come il vice presidente del Consiglio comunale Mazzoni parla di “un mese e mezzo di tempo perso con la strada dell’affitto del ramo d’azienda e un piano industriale che non si sosteneva….e lo ha capito anche Amag”. Ma dal consigliere Giorgio Abonante c’è l’attesa per vedere nero su bianco il nuovo atto d’indirizzo e prendere quindi una posizione “magari critica, come è già stato la prima volta, ma costruttiva”.

I prossimi saranno quindi giorni decisivi: si attende il passaggio del piano in giunta (oggi,ndr) poi in commissione e in Consiglio per poter poi avviare il pre-concordato in Tribunale. E avere a quel punto cinque o sei mesi per mettere a punto una strategia che porti al successo di questo “piano B”.