Bigiotteria al posto dell’oro, in undici a giudizio
Home
Irene Navaro - redazione@alessandrianews.it  
12 Aprile 2018
ore
00:00 Logo Newsguard

Bigiotteria al posto dell’oro, in undici a giudizio

Nuovo procedimento a carico del valenzano finito già nei guai per truffa, per la vendita di gioielli falsi. Con lui compariranno davanti al giudice del tribunale altre dieci persone. Ma il reato rischia di prescriversi poiché i fatti risalgono al 2011

Nuovo procedimento a carico del valenzano finito già nei guai per truffa, per la vendita di gioielli falsi. Con lui compariranno davanti al giudice del tribunale altre dieci persone. Ma il reato rischia di prescriversi poiché i fatti risalgono al 2011

CRONACA – Sono stati rinviati a giudizio, ieri, davanti al giudice per le indagini preliminari, undici persone accusate a vario titolo di truffa, associazione a delinquere e, solo per alcuni, di contraffazione di banconote.
Al vertice del gruppo ci sarebbe Giovanni Maspi, già finito nei guai per le televendite di bigiotteria, spacciate per oro.
La tipologia del reato è la medesima: attraverso televendite ed inserzioni su canali televisivi privati, Giovanni Maspi, il fratello Giovanni Vincenzo Maspi, Antonio Festa, Roberto Saracino, Guido La Spina, Katarzyna Janina Pelechacz, Valentina Intili, Camillo Maspi, Marcellino Musto, Nicola Cardilli e Antonino Intili “piazzavano” parure di gioielli venduti come “preziosi” ad ignari acquirenti, in tutta Italia. Solo quando venivano recapitati i clienti si rendevano conto che il valore non era quello pubblicizzato: invece di oggetti in oro si trattava di oggetti in metallo.
In alcuni casi ad essere venduti sono stati anche cellulari I – Phone 4 (all’epoca, nel 2011, quando avvennero i fatti, era l’ultimo uscito della casa). Ma anche in quel caso venivano poi recapitati i gioielli falsi. Decine e decine le persone cadute nella trappola.
Le parure venivano vendute ad una cifra di 350 euro. Un set da due cellulari a 650 euro. Gli undici agivano attraverso alcune società: Marika Gioielli e Oropiù. La Stock House con sede a Pontecurone risultava tra i fornitori.
Il giudice dell’udienza preliminare ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio, fissando la prima udienza il 20 novembre 2019.
Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione