Furto di biodiesel, in cinque patteggiano, undici a processo
In cinque hanno patteggiato per i furti di biodiesel avvenuti ai danni della raffineria Eni di Sannazzaro con pene che vanno da 1 a 2 anni. Altri undici hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario
In cinque hanno patteggiato per i furti di biodiesel avvenuti ai danni della raffineria Eni di Sannazzaro con pene che vanno da 1 a 2 anni. Altri undici hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario
CRONACA – Pene da un anno e mezzo fino a due anni per i cinque, accusati, a vario titolo, di furto, ricettazione e associazione a delinquere relativamente ai furti di biodiesel ai danni della raffineria Eni di Sannazzaro de Burgondi. Tra il 2014 e il 2016 “sparirono” oltre un milione di litri di biodiesel, diretto alla raffineria Eni di Sannazzaro de Burgondi “sparito” nel tragitto da e per lo stabilimento, rivenduto ai privati.
Un danno non solo per Eni, ma anche per lo Stato che avrebbe perso 641.000 euro circa di accise.
Sedici sono gli imputati. Nell’udienza davanti al Gup, in cinque hanno deciso di patteggiare pene che vanno da un anno e mezzo fino a due anni di reclusione.
Altri undici hanno scelto il rito ordinario e saranno chiamati davanti al giudice il prossimo 19 luglio.
Secondo le indagini, D.B, legale rappresentante di una società cooperativa di autotrasporti alessandrina, in forza di un subappalto, aveva messo in piedi una sorta di organizzazione puntuale.
Il biodisel proveniente da stabilimenti di Solbiate Olone e da Savola che avrebbe dovuto arrivare per la lavorazione a Sannazzaro, finiva in depositi intermedi, ad Alessandria, dove veniva venduto.
“Complici” alcuni dipendenti della raffineria che facevano passare i camion già vuoti o semivuoti, senza pesarli, dandoli però per pieni.
Per sei persone l’accusa è quella di ricettazione, per gli altri dieci di furto. A tutti è contestata l’associazione.
