Cittadella: censure e incarcerazioni
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Timmyrosso - redazione@alessandrianews.it  
15 Gennaio 2018
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Cittadella: censure e incarcerazioni

ALESSANDRIA - Nell’ambito delle vicende carcerarie che hanno visto coinvolta la nostra città per tutto il 1869 ecco anche la vicenda dei militari della cittadella che vengono inquisiti dal comando perché troppo vicini agli insorti incarcerati

ALESSANDRIA - Nell?ambito delle vicende carcerarie che hanno visto coinvolta la nostra città per tutto il 1869 ecco anche la vicenda dei militari della cittadella che vengono inquisiti dal comando perché troppo vicini agli insorti incarcerati

ALESSANDRIA – Nell’ambito delle vicende carcerarie che hanno visto coinvolta la nostra città per tutto il 1869 ecco anche la vicenda dei militari della cittadella che vengono inquisiti dal comando perché troppo vicini agli insorti incarcerati e perché hanno letto: “La Gazzetta Rosa” quindi riferiscono quello che sta accadendo in cittadella con una lettera denuncia e un bel coraggio davvero per quei tempi! (spiace solamente l’articolo poco leggibile data dalla carta molto sottile e quasi trasparente n.d.e.).

Tra tutti i popolani incarcerati negli articoli precedentemente pubblicati fanno spicco alcuni nomi ben precisi, come se tutti i lettori li conoscessero molto bene insieme al giornale sopraccitato.

Insomma: La Gazzetta Rosa, Billia Antonio, Tivaroni Carlo, Bizzone Achille, Fambri, Civinini, Raimondi, conte Crivelli, duca Pasqua.

Da una rapida indagine possiamo ricostruire che tutte le persone nominate sono ex combattenti dei moti 1833 e nelle guerre d’indipendenza dall’Austria, quasi tutti saliti al parlamento romano dopo l’unità d’Italia; mentre il giornale, definito inizialmente anarchico e poi di linea socialista, pubblica pesanti accuse al Governo sullo scandalo dei Regi Tabacchi (nulla di nuovo sotto il sole sembra di essere ai giorni nostri con qualche banca o grossa azienda sotto la lente d’ingrandimento pubblica).

Di seguito alcuni link che possono aiutare a ricostruire i personaggi e la vicenda e un resoconto giornalistico.

http://www.treccani.it/enciclopedia/achille-bizzoni_%28Dizionario-Biografico%29/

storia.camera.it/deputato/antonio-billia-1836
https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Billia

http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/carlo-tivaroni/

http://www.treccani.it/enciclopedia/mauro-gandolfi_(Dizionario-Biografico)/

“Purtroppo per il Fambri il 1868-69 fu segnato dal suo coinvolgimento nello scandalo della Regia cointeressata dei tabacchi, uno dei punti più bassi raggiunti dalla politica liberale post-unitaria e dei casi più evidenti della collusione tra politica e affarismo dei centri finanziari del paese. Sostenendo di voler accrescere le sue entrate, dissanguate dopo il 1866, lo Stato affidava la privativa dei tabacchi ad una società. A favore del progetto si schierarono la Destra governativa e il terzo partito di A. Mordini, contro la Permanente piemontese, G. Lanza e Q. Sella, U. Rattazzi e la Sinistra. Le accuse contro la società di D. Balduino e P. Bastogi furono sferzanti e il Gazzettino rosa di F. Cavallotti e A. Bizzoni scrisse che i finanzieri avevano comprato, mercé la vendita di azioni della società, il voto dei deputati e fu avanzata così una proposta di inchiesta, ma uno dei principali testimoni, il deputato maggiore C. Lobbia, fu ferito in circostanze assai poco chiare. Sanzionare con l’inchiesta le condanne già pronunciate dalla stampa avrebbe significato mettere in stato di accusa il governo e la stessa classe politica. “

Da altra testata del 1910 un piccolo resoconto dell’accaduto:

“”Fra la popolazione di Lomello, suscitò grande avversione la tassa sul “macinato” dei cereali, che, essendo una imposta indiretta, veniva a colpire, nella stessa misura, tanto il ricco quanto il povero.

Ci furono a Lomello delle dimostrazioni e dei cortei, durante i quali i carabinieri a cavallo tentarono di disperdere i dimostranti, facendo roteare le spade sguainate; ed in tale occasione, mozzarono, si pensa involontariamente, un orecchio ad un partecipante al corteo di protesta.

La tassa, proposta dal ministro per le finanze Quintino Sella nel 1865, fu prima disattesa, per le grandi proteste e sollevazioni, poi adottata nel 1868. Contro questa, l’avv. Angelo Corini, proprietario del Castello, tenne il 1° luglio 1877, davanti all’Assemblea della Società di Mutuo Soccorso, un ardente discorso, in cui, con dovizia di argomenti, dimostrò l’iniquità di detto prelievo fiscale.”

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