Mia figlia guarda siti porno: cosa posso fare?
Scrivo questo articolo per rispondere a due richieste simili arrivate nello stesso periodo. Si tratta di due genitori, preoccupati dopo aver scoperto che le figlie fanno spesso ricerche su internet di contenuti sessualmente espliciti
Scrivo questo articolo per rispondere a due richieste simili arrivate nello stesso periodo. Si tratta di due genitori, preoccupati dopo aver scoperto che le figlie fanno spesso ricerche su internet di contenuti sessualmente espliciti
LA PSICOLOGA RISPONDE – Scrive Paolo (nome di fantasia): “Mia figlia di 12 anni continua di nascosto a guardare film porno, specialmente a contenuto lesbico. Dopo che le ho parlato con calma, piangeva dicendo che a scuola la prendono in giro perché non sa niente di quelle cose. Cosa devo fare? Come posso educarla, spiegare con calma le cose? Grazie”.Scrive Laura (nome di fantasia): “Mia figlia di 9 anni, tramite internet ha visto vari siti porno ed anche video di diverse tipologie. Ce ne siamo accorti dalla cronologia del tablet che aveva solo per fare ricerche, perchè non le diamo molto spesso la tecnologia a portata di mano. Ma non è servito a nulla. Sicuramente se ne parla a scuola. A cosa va incontro visto che ha già perso il pensiero innocente, ci saranno traumi psicologici? Noi siamo preoccupatissimi per il suo futuro perchè non avrà modo di scoprire il sesso, man mano nella crescita, dato che ha già visto tutto. Grazie anticipatamente”.
Attualmente internet é la principale fonte a cui tutti ci rivolgiamo per cercare qualsiasi informazione o procedura su un’infinità di argomenti (pensate a quanti tutorial esistono in rete). Questo vale sia per gli adulti sia per adolescenti e preadolescenti, anche sulle tematiche della sessualità, anzi, soprattutto della sessualità: una delle parole più cercate su Google è “sesso”. Con un click, in qualsiasi momento si accede a una sconfinata quantità di contenuti eccitanti e imbarazzanti, e una curiosità o una fantasia trova immediatamente una risposta, senza il peso del giudizio di un’altra persona che faccia provare vergogna o sentire poco esperti. Questa modalità si addice moltissimo alle esigenze di preadolescenti e adolescenti, che hanno fretta di essere considerati “non più bambini”, atteggiandosi tra coetanei da “esperti delle cose da grandi”, pur non avendone mai fatto esperienza. In particolare, la preadolescenza (che lo psicoterapeuta Alberto Pellai chiama “l’età dello tsunami”) è il periodo in cui si scatenano gli istinti del corpo, e diventano leggi le regole del gruppo di coetanei; parlare di sessualità tra ragazzini e dimostrare di essere sul pezzo è dunque una tappa importante di questa età.

Per il bene dei figli più piccoli, è importante che i genitori dotino i dispositivi digitali di sistemi di parental control, per bloccare l’accesso a contenuti espliciti non adatti ai bambini. Di fronte a figli preadolescenti, invece, la strada della censura diventa pericolosa, poiché rischia di aumentare la trasgressione dei giovanissimi, che avrebbero comunque modo di accedere ai contenuti proibiti. A questa età, la grande sfida per i genitori diventa quella di affrontare l’argomento della sessualità con i figli, per educarli a un atteggiamento responsabile e aiutarli a vivere le prime esperienze di intimità con più consapevolezza e meno rischi. Questo può risultare molto difficile e imbarazzante per tanti genitori, soprattutto se come adolescenti non hanno avuto occasione di parlare della sessualità con i propri genitori. Bisogna però considerare il diverso contesto socio-culturale: crescere oggi come adolescenti espone a una quantità sconfinata di materiale esplicito che non era disponibile in adolescenza ai genitori di oggi, dunque sono diverse le esigenze, e diventa importante educare i ragazzi a vivere serenamente la sessualità, proteggendo ed esaltando la parte più autentica che riguarda le sensazioni e le emozioni della relazione intima.

Paolo e Laura hanno tutto il tempo per preparare il terreno e creare un dialogo con i loro figli sul tema della sessualità, tenendo presente che probabilmente hanno visto tante cose, ma non conoscono ancora niente, ed è importante che arrivino a vivere le loro prime esperienze restando in ascolto delle sensazioni ed emozioni personali suscitate dalla loro relazione amorosa.
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