I papà separati cercano casa anche ad Alessandria: ‘siamo tanti e poco considerati’
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G. P. - giordano.panaro@alessandrianews.it  
16 Ottobre 2017
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I papà separati cercano casa anche ad Alessandria: ‘siamo tanti e poco considerati’

C'è un'associazione ad Asti che ascolta e aiuta i padri separati "sempre per il bene dei figli". Ricevono richieste anche da Alessandria, ma non ce la fanno: "Pronti a formare volontari anche nella vostra città"

C'è un'associazione ad Asti che ascolta e aiuta i padri separati "sempre per il bene dei figli". Ricevono richieste anche da Alessandria, ma non ce la fanno: "Pronti a formare volontari anche nella vostra città"

SOCIETA’ – Nè approfittatori né padri-bancomat. L’associazione Papà Separati di Asti vuole solo il bene dei figli prima, dopo e durante le guerre di famiglia. “A tutti i nostri soci offriamo servizi di consulenza legale, psicologica e mediatori, utili per affrontare al meglio il momento della separazione”, spiegano. E’ l’altra metà del cielo dei conflitti famigliari nato dall’esigenza di aiutare i tanti padri in difficoltà. “Ascoltiamo, raccontiamo le nostre disavventure di vita vissuta, non diamo consigli perché ogni storia è un caso a sé”. Sebbene l’associazione operi prevalentemente in provincia di Asti, anche padri da Quattordio o dall’Acquese si sono rivolti a loro.

Richieste ne arrivano pure da Alessandria città, ma è troppo distante: gli spostamenti costano, e spesso chi è disperato si rifugia nell’alcol. Se non hanno già perso la patente non vogliamo che rischino, fanno sapere schiettamente.

Per i papà alessandrini la speranza è che qualche altro gruppo o associazione dia supporto logistico al gruppo. “Saremo lieti di offrire tutto il nostro aiuto, anche per ‘formare’ i volontari“. Ma il loro sogno è di acquistare un camper usato e di girare come se fosse un ufficio mobile. Il progetto è di posteggiarlo periodicamente nelle piazze dei paesi e ascoltare a domicilio le storie dei tanti genitori maschi persi tra carte bollare e figli contesi. 

Non vogliamo essere considerati padri bancomat. Se l’affidamento è congiunto e il tempo trascorso con il figlio è il medesimo, perché si deve passare ugualmente un assegno per il figlio? Solo se un genitore è impossibilitato a garantire lo stesso tempo, allora si giustifica la richiesta di spesa. Sarebbe più equo, ma la giurisprudenza italiana non è ancora arrivata ai livelli di quella europea. Chiediamo pari dignità e rispetto”.

L’associazione non è un sindacato dei padri, protetti a tutti i costi: “Se capiamo che un genitore cerca solo una gabbola per non pagare, allora lo allontaniamo. Perseguiamo il bene dei figli attraverso un giusto rapporto. Tanti manager hanno lasciato posti ben retribuiti e si sono messi a vendere porta a porta pur di poter stare vicini ai propri figli”.

Il 4 novembre a Palazzo Mazzetti (Asti) verrà trasmesso ‘Mamma non vuole‘, cortometraggio di Amedeo Gagliardi, con la partecipazione straordinaria di Giancarlo Gainnini. Si racconta la situazione di padre separato, e nello specifico l’attore racconta – insieme a psicologi, criminologi ed avvocati – la controversa PES. E’ la sindrome (più o meno involontaria) da alienazione genitoriale che si attiverebbe sui figli minori coinvolti tanto in contesti di separazione e divorzio dei genitori, definiti conflittuali, quanto in contesti di presunta violenza intradomestica. La figura gentoriale viene screditata e quindi il figlio subisce una sorta di ‘lavaggio del cervello’ e si convince di avere un genitore negativo. Il mondo scientifico e di riflesso quello giurisprudenziale non hanno ancora una posizione univoca sull’argomento. 
 

Ma i Papà Separati assicurano che la PES esista eccome. E si batteranno anche ad Alessanria per fare valere i loro diritti.
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