“Higuain non sta in panchina”, Così Demarte esce polemico dal PD
Vincenzo Demarte, mister 396 voti col PD, sbatte la porta e rivela qualche retroscena: "Mi avevano pregato di entrare in lista, mi avevano promesso anche la vicepresidenza". Ma con la sconfitta tutto cambia e lui si svincola
Vincenzo Demarte, mister 396 voti col PD, sbatte la porta e rivela qualche retroscena: "Mi avevano pregato di entrare in lista, mi avevano promesso anche la vicepresidenza". Ma con la sconfitta tutto cambia e lui si svincola
POLITICA – Il sottoinsieme del gruppo misto si chiama DEMA, e ricorda tanto il nome del suo fondatore. Che però sottolinea di aver trovato un acronimo per non personalizzarlo troppo: “Democratici, Ecologisti, Meritocratici, Alessandria”, dice Vincenzo Demarte, che a 60 anni compiuti e ritiratosi a vita privata, può togliersi qualche sassolino dalla scarpa e lamentarsi della politica che non va. Cittadina e nazionale.
Entrato ne 2002 nelle file della Margherita, ha ricoperto ruoli istituzionali in Comune e in Provincia, fino a fare l’assessore ‘reggente’ a Palazzo Ghilini, nella transizione tra ente di primo e secondo livello. Macchina da voti, alle amministrative – nelle file del Partito Democratico – di preferenze ne ha prese 396, il miglior terzo assoluto e il secondo nel suo partito. Come spiega tutto questo successo? “MI sono sempre messo al servizio dei cittadini per risolvere i loro piccoli problemi quotidiani. E poi ci sono sempre, acca 24”. Teleriscaldamento? Pfui, la vecchia scuola politica Per avere consenso è meglio tappare le buche o risolvere il problema del vicinato, ecco per Demarte come si conquista il consenso, giorno dopo giorno.
Dal PD però se n’è uscito sbattendo la porta, e assicura che non tornerà più: “Non è la politica che piace a me”, si sfoga, “Perso il Comune e la Provincia mi sarei aspettato le dimissioni dei vertici”. Ma la verità è molto più pratica: “Mi hanno messo all’angolo perché faccio un po’ paura. Dopo 10 anni lontano dal Municipio riesco a prendere quasi 400 voti personali senza apparentamenti di genere. E in vista ci sono le Regionali… mi avevano pregato di entrare in lista per sostenere Rita Rossa, sebbene in tempi non sospetti, quando ero segretario dell’Italia dei Valori, lei stessa aveva dimostrato di non volere una figura scomoda come la mia”.
Nonostante la sconfitta in Comune Demarte si aspettava qualche gratificazione: “Mi era stata promessa a ottobre la vicepresidenza del Consiglio Comunale”, confida, “ma niente, i tempi si allungavano e mi sentivo preso in giro. Avevo già avvisato Gariglio (segretario regionale del PD): guarda che me ne vado, non scherzo. E così ho fatto”. Demarte la chiama ‘strategia per mettermi all’angolo”: “Non si compra Higuain per poi metterlo in panchina”. E lui, il Pipita di Palazzo Rosso a fare il secondo, proprio non ci sta. “meglio così, con maggiore libertà posso essere più utile ai cittadini. Infondo, anche questo PD di Renzi non mi rappresentava più”.