Intercultura: un incontro “speciale” alle elementari
Docenti d'eccezione per i fortunati bambini di una classe della scuola Villaggio Europa di Alessandria che hanno incontrato 3 partecipanti al progetto Intercultura, scoprendo i loro paesi, le tradizioni, l'importanza di viaggiare e mettersi in gioco. Ecco il loro racconto
Docenti d'eccezione per i fortunati bambini di una classe della scuola Villaggio Europa di Alessandria che hanno incontrato 3 partecipanti al progetto Intercultura, scoprendo i loro paesi, le tradizioni, l'importanza di viaggiare e mettersi in gioco. Ecco il loro racconto
Le volontarie hanno saputo coinvolgerci fin da subito con un quiz per indovinare da quale Paese provenivano i tre studenti. Con l’aiuto di un planisfero che abbiamo appeso alla lavagna, abbiamo provato, osservando il colore della loro pelle, dei capelli e i loro tratti somatici, a capire da quale Stato fossero partiti. Dopo un primo giro di risposte, abbiamo ricevuto come indizio una breve presentazione nella loro Lingua. Siamo stati dei bravi detective perché, dopo pochi tentativi, abbiamo risolto il “mistero”: Francesco, un simpatico ragazzo di 17 anni, proviene dall’Argentina, Eyrun, una vivace studentessa arrivata dall’Islanda e Celestine è una dolcissima ragazza francese. Nel giro delle presentazioni sono state coinvolte anche le due volontarie che, come i tre ospiti, avevano svolto la loro esperienza di scambio e di studio all’estero, presso una famiglia del luogo. In particolare, Diva ci ha raccontato la sua esperienza in Cina e lo studio dei complessi ideogrammi della loro scrittura. Per aiutarci a comprendere la difficoltà di un tale apprendimento ha disegnato alla lavagna due parole “cultura” e “amore”, che noi ci siamo divertiti a ricopiare su un foglio.
Quello che ci ha colpito di più è il fatto che i tre giovani parlassero delle famiglie, presso cui sono ospiti, chiamando i componenti con molto affetto, come se fossero genitori e fratelli adottivi.
È stato poi entusiasmante compiere un viaggio virtuale nei loro paesi d’origine, attraverso la narrazione dei posti più caratteristici delle loro terre. Francesco ci ha parlato della affascinante natura della Patagonia e della Terra del fuoco. Ci ha detto che, se potesse farci da guida turistica, ci porterebbe sicuramente a vedere le Cascate dell’Jaguazù. Ci ha descritto, inoltre i differenti climi dell’Argentina: da quello tropicale, a nord, al continentale, fino al freddo polare del sud.
Con Eyrun abbiamo scoperto che l’Islanda è un’isola ricca di geyser ed è abitata da solo 300.000 abitanti. Per questo ci ha raccomandato di non stupirci del fatto che lei faccia parte della squadra della serie A della pallavolo perché, essendo pochi i giocatori, è facile far parte dei team nazionali. Grazie a questa ragazza dalla folta capigliatura rossa abbiamo compreso anche che in Islanda i cognomi si formano partendo dal nome di battesimo del padre (lei, ad esempio, si chiama Karlsdottir, cioè “la figlia di Karl” e la “s” in mezzo alla parola funge da genitivo sassone).
Celestine è stata la nostra guida francese, lei abita in una città delle Fiandre, sul confine con il Belgio e la sua città dista una sola ora dal mare del Nord. Qui, come ci ha raccontato, durante la bassa marea la spiaggia diventa molto estesa e il mare si ritira tanto da essere solo una linea azzurra-blu all’orizzonte. Nelle giornate di sole è anche possibile vedere le bianche scogliere inglesi di Dover. Molti sono gli sport che si possono praticare vicino in mare, come il surf (date le alte onde) ma ci si può divertire sulla spiaggia viaggiando a bordo di carretti con ruote, spinti dalla forza del vento che soffia muovendo una vela posta sul veicolo: una sorta di barca a vela con le ruote!
Molte le domande sono state suscitate dalle loro descrizioni. Eravamo anche curiosi di sapere perché avevano fatto questa scelta di trascorrere un lungo periodo di studio, frequentando una scuola superiore in un Pese straniero. Abbiamo ammirato la loro voglia di mettersi in gioco, di voler imparare un’altra lingua, di conoscere una cultura differente dalla propria e di stringere nuove amicizie. Abbiamo domandato loro se avessero nostalgia di casa e della loro famiglia d’origine ma ci hanno risposto che si sono trovati bene qui in Italia e che non sono preoccupati perché sanno di tornare presto a casa. Pensano, inoltre, che l’aver imparato l’Italiano li possa aiutare nella ricerca di un lavoro, magari, facendo ritorno qui.
Per aiutarci a capire le difficoltà che si possono incontrare vivendo all’estero, Yasmin ci ha divisi in squadre e ci ha invitato a partecipare ad un quiz nel quale erano proposte delle situazioni legate alla cultura e ai gesti dei diversi popoli: è stato davvero divertente ed istruttivo!
Con l’ultima attività – gioco siamo stati coinvolti in un’osservazione di un frutto: abbiamo usato i sensi per descriverlo e le volontarie hanno annotato alla lavagna le nostre impressioni. Ci siamo accorti che pur essendo tutti limoni gialli, ognuno di noi aveva fatto del proprio una rappresentazione differente, aggiungendo particolari. Abbiamo, quindi, potuto comprendere come sia riduttivo fermarci all’apparenza ma solo attraverso un’attenta esperienza “ravvicinata” è possibile fare una vera conoscenza. Tutto questo, come ci ha ben spiegato Yasmin, è l’approccio giusto per rapportarsi con coloro che non si conoscono: limitarsi alle prime impressioni o racchiudere una persona in una “categoria” o in un’etichetta è troppo riduttivo e, a volte, sbagliato. Le esperienze di scambio promosse dall’Associazione Intercultura puntano proprio alla vicinanza e alla relazione quotidiana con l’altro per poter imparare, studiare ma, soprattutto confrontarsi e dialogare con coetanei, testimoni diretti della cultura e della storia di un popolo.