Non c’è posto per i figli degli alieni, cercasi in città un salone per i raeliani
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Non c’è posto per i figli degli alieni, cercasi in città un salone per i raeliani

Ad Alessandria avevano programmato un convegno pubblico per il 19 maggio. Ma poi tutto è saltato. "Capita", commentano, "spesso quando si accorgono chi siamo cambiano idea". I Raeliani credono che l'Umanità sia frutto di creazione genetica aliena.

Ad Alessandria avevano programmato un convegno pubblico per il 19 maggio. Ma poi tutto è saltato. "Capita", commentano, "spesso quando si accorgono chi siamo cambiano idea". I Raeliani credono che l'Umanità sia frutto di creazione genetica aliena.

ALESSANDRIA – “L’Uomo è figlio degli alieni, siamo stati creati da altri esseri simili a noi, ma solo con un gap di 25 mila anni di tecnologia in più. Quando raggiungeremo lo stesso grado di coscienza per usarla nel modo giusto, creeremo anche noi la vita su un altro pianeta”. E così all’infinito. Giuseppe Caruso, fabbro torinese, ne è convinto da almeno 30 anni. Gira il Piemonte a spiegare la teoria raeliana, quella esporatata negli Anni ’70 da un giornalista francese, nuovo profeta della religione filosofica secondo la quale la Terra è frutto di esperimenti scientifici di essere di gran lunga più evoluti, sia nelle conoscenze scientifiche, sia in quelle etiche. 

Nel Mondo a pensarla come lui sono circa 120 mila, “In Italia siamo 500, ma attivisti un centinaio”. In Piemonte una trentina. Da qui la voglia di incontrare la gente e spiegare il raelianesimo come dogma – visto che ci si basa sul racconto di Rael, il profeta che incontrò nel 1973 un extraterrestre che gli spiegò l’origine della Terra – e come stile di vita, improntato su pace. “La nostra è una filosofia d’amore“, continua Caruso, “Siamo ad un passo dall’autodistruzione: solo con una saggezza più elevata potremmo staccarci da questo pianeta e creare vita altrove”. .

I raeliani intrecciano ingegneria geneica con lo stile new age del peace and love, immortalità, meditazione e UFO. Possono essere collocati nella galassia (per restare in tema) delle sette gnostico-esoteriche: “Non crediamo in Dio, né nell’anima”. E avrebbero voluto raccontare agli alessandrini la loro interpretazione della Genesi, degli Angeli e dei Profeti di ogni epoca, lasciando libertà di crederci o di confutare. “Avevamo prenotato una sala per il 19 maggio, ci avevano dapprima confermato la possibilità di usarla”, spiega Caruso, “ma qualche giorno dopo ce l’hanno revocata, ufficialmente perché già occupata“. Capita, ma per il raeliano l’annullamento ‘puzza’: “Non è la prima volta che ci negano gli spazi dopo essersi resi conto (dal sito) chi siamo”. Caruso cerca di mascherare la delusione (“Pazienza, ne cercheremo un’altra”) ma non si arrende: “E’ da un po’ che non organizziamo nulla qui, tra Asti e Alessandria”. 

Nella foto: Rael, il fondatore del movimento

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