Oria Trifoglio e la ‘coraggiosa incoscienza’ al servizio di Alessandria
Il Quarto Polo candidata il medico, sotto la regia di Felice Borgoglio. Competenza per amministrare e un progetto che dobbiamo costruire insieme ai cittadini, per i cittadini. Salone stracolmo alla Casa di Quartiere
Il Quarto Polo candidata il medico, sotto la regia di Felice Borgoglio. Competenza per amministrare e un progetto che dobbiamo costruire insieme ai cittadini, per i cittadini. Salone stracolmo alla Casa di Quartiere
ALESSANDRIA – Un’alessandrina per gli alessandrini. Oria Trifoglio, dirigente medico dell’ospedale di Alessandria, classe 1950, nata in via Bissati dove fra pochi giorni aprirà la sede elettorale al civico 4, è il candidato sindaco del ‘quarto polo’, ufficialmente battezzato ‘Patto per Alessandria’ (nome che sarebbe stato ispirato da uno dei primi partecipanti al movimento civico). Felice Borgoglio, storico esponente socialista, già primo cittadino del capoluogo e fine tessitore della trama che ha preso ufficialmente corpo, ha aperto l’incontro, ieri sera alla Casa di Quartiere, tracciando il quadro di un progetto che “dobbiamo costruire insieme ai cittadini, per i cittadini”. Quella presentata di fronte a molte decine di persone è una bozza, una raccolta di “primi spunti e idee, da domani inizia la discussione con tutti gli alessandrini”. Il programma vero verrà messo a punto in modo condiviso, ma non prescinderà da “salute e ambiente, sicurezza, inclusione sociale, lotta alla povertà, lavoro, qualità della vita”. La sfida, per Borgoglio, è enorme. “Il declino di Alessandria – dice – è iniziato dopo il ’94, quando l’arrivo di tanti soldi ha progressivamente offuscato le idee e le progettualità, mentre la macchina della pubblica amministrazione è rimasta quella degli anni Cinquanta”.
Da dove cominciare? Dal centro storico con il recupero di una capacità di attrazione da sviluppare “con le associazioni di categoria, i proprietari degli immobili, facendo leva su una reale sinergia fra operatori economici”. Il ‘Patto per Alessandria’ non è “contro qualcuno”, ma “contro qualcosa”, come il progetto del teleriscaldamento e quelle scelte della giunta di Rita Rossa dietro alle quali “si nasconde una privatizzazione di fatto dell’Amag”. Arriva quindi il momento del candidato che risponde al profilo di una persona “valida, curiosa e disponibile a operare per gli altri”. Il nome di Oria Trifoglio viene accolto da un lungo applauso ma, prima di lei, Borgoglio chiama Gabriella D’Amico, anche lei medico. Amiche e colleghe, una passione civile che le unisce, una volontà comune che le ha portate a sognare “una lista di sole donne che magari questa volta riusciamo a fare”.
Poi, mentre Borgoglio precisa che nel vocabolario del Quarto Polo c’è solo la parola ‘amministrazione’, arriva il momento di Oria Trifoglio. Parla a braccio, decisa e diretta (non senza avere gettato più volte, mentre era seduta in platea, uno sguardo agli appunti), mentre racconta delle radici alessandrine, da via Bissati, dove è nata, alle scuole (Carducci e Plana), ai decenni di lavoro in ospedale dove oggi è responsabile di Ostetricia e Ginecologia. Ricorda l’esperienza amministrativa nella fase iniziale della giunta di Rita Rossa. Un anno e mezzo di carica di vicesindaco, lasciata per un motivo di incompatibilità professionale. Nessuna parola sui contrasti politici successivi. “Sono prossima alla pensione, magari anticipata, lo vedremo tra qualche mese. Perché ho scelto di accettare la proposta di candidatura? Potrei dire – afferma – per coraggiosa incoscienza, come qualcuno mi ha detto, oppure perché è una opportunità vera per fare qualcosa per la città. Cercherò di fare il sindaco circondandomi di competenze, questa sarà la forza, la competenza. Chi siamo noi? Noi – aggiunge – siamo voi che siete qui stasera, siamo quelli che da domani inizieremo a incontrare”. Quello che non le piace, lo dice con serenità e pacatezza, dai giardini pubblici in cui “non porta la nipotina” agli ‘ecomostri’ di fronte alla stazione, fino all’ex zuccherificio, un “orribile biglietto da visita all’ingresso di Alessandria”. Gli accenni alle polemiche personali che hanno fatto capolino anche sui socialnetwork vengono liquidati in modo perentorio: “In ospedale ho sempre applicato le leggi dello Stato e non mi devo vendicare politicamente di nessuno”.

