La Cgil pronta a lanciare il “suo” referendum. E in provincia è record di vouchers
Il sindacato presenta la battaglia referendaria per i diritti dei lavoratori, che mira ad abrogare l'utilizzo indiscriminato di vouchers e a ripristinare una maggiore responsabilità solidale delle aziende che ottengono appalti. Si parte sabato in centinaia di piazze italiane. I dati sul lavoro occasionale in provincia fanno paura
Il sindacato presenta la battaglia referendaria per i diritti dei lavoratori, che mira ad abrogare l'utilizzo indiscriminato di vouchers e a ripristinare una maggiore responsabilità solidale delle aziende che ottengono appalti. Si parte sabato in centinaia di piazze italiane. I dati sul lavoro occasionale in provincia fanno paura
Sul piatto ci sono 2 temi importanti, legati al lavoro in Italia e alla responsabilità sociale delle imprese: in origine dovevano essere 3, con un importante quesito legato all’abrogazione del tanto discusso art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, bloccato però dalla Cassazione che ha ritenuto la proposta non solamente abrogativa ma di fatto, se accolta, capace di stravolgere la normativa vigente, facoltà oggi non compresa fra i poteri del referendum.
“Per la Cgil si tratta di un evento eccezionale – sottolinea Paparatto, coadiuvato dai membri della segreteria Franco Armosino e Daniela Emiliani – perché è la prima volta che la Cgil promuove autonomamente un referendum. I quesiti referendari sono solo un aspetto del nostro impegno, visto che abbiamo presentato una proposta di legge popolare per la quale abbiamo già raccolto in Italia un milione e trecentomila firme: una vera e propria Carta dei diritti universali del Lavoro. Noi siamo un sindacato e vogliamo restare tale, ma questa iniziativa è figlia dell’impossibilità nell’ultimo periodo di sederci a parlare con un interlocutore se non per cercare di affrontare situazioni di crisi contingenti, legate a qualche azienda in difficoltà. Quello che però serve è un intervento vasto e strutturale, capace di ridare dignità al lavoro e ai lavoratori. Solamente dando certezze crescenti, e non alimentando la precarietà, si può uscire dalla crisi”.
Per promuovere la campagna referendaria (per la quale, in provincia, sono già state raccolte e certificate circa 8 mila e 500 firme per ciascun quesito), che potrebbe sfociare nel voto in primavera, a meno che il Governo nel frattempo non venga sciolto (in quel caso il voto slitterebbe probabilmente di un anno) o decida di intervenire con una legge ad hoc sulle materia del referendum, è in programma una grande mobilitazione in tutte le piazze italiane.
Ad Alessandria le attività di presentazione inizieranno sabato 11 febbraio con un gazebo posto fra piazza Marconi e piazza Garibaldi, a partire dalle 9 del mattino. “Proseguiremo poi con particolare impegno nella settimana dell’8 Marzo – spiegano dalla Cgil – perché il tema della discriminazione sul lavoro fra uomini e donne è drammaticamente urgente”.
In provincia di Alessandria, secondo i dati forniti dal sindacato, l’utilizzo dei vouchers ha ricevuto un incremento del 23% rispetto all’anno passato, “il più alto registrato in Piemonte”, con un utilizzo trasversale a tantissime categorie di lavoratori. “Di fatto i vouchers vengono ormai utilizzati in maniera impropria, perfino in campi come quello dell’edilizia dove non si potrebbe. L’effetto è quello di portare a una sempre maggiore mercificazione del lavoro – chiosano dalla Cgil – senza più investire nelle persone e nei rapporti umani. Questo ci costringe a una crisi attuale, ma che si proietta pesantemente anche quando pensiamo a come potrebbe diventare il sistema produttivo italiano in futuro e alla sua sostenibilità e competitività”.
“Un discorso analogo vale anche per l’altro quesito, quello relativo alla responsabilità solidale negli appalti: chi subentra deve garantire ai lavoratori gli stessi diritti e le stesse tutele. Siamo sommersi di casi in cui i lavoratori, quando un appalto passa di mano, non vengono più neppure pagati. E le cause legali sono lunghissime e troppo onerose da sostenere. Ragionare di difesa del posto di lavoro è una priorità dell’Italia – ricordano dalla Cgil – e una battaglia che non può più aspettare”.
“Registriamo una recrudescenza dei licenziamenti – concludono dalla Cgil – anche di chi ha il vecchio contratto a tempo indeterminato, perché le cause di reintegro si stanno dimostrando dagli esiti incerti. La normativa è ambigua e si finisce spesso a vincere la causa ma a non ottenere comunque il reinserimento nel posto di lavoro. Siamo a una situazione drammatica in cui si certifica la possibilità di violare i diritti”.