Diga di Molare: la simulazione dell’Università di Pavia
Presentati i risultati di uno studio sul livello di precipitazioni e le conseguenze del crollo che nel 1935 portarono alla morte di 111 persone
Presentati i risultati di uno studio sul livello di precipitazioni e le conseguenze del crollo che nel 1935 portarono alla morte di 111 persone
Una lunga scia di morte quella che congiunge la tragedia del 1935 a fatti analoghi. Sul Gleno, in Val di Scalve, nella provincia di Bergamo, l’impianto voluto a fini idroelettrici dalla ditta Viganò ebbe vita brevissima e crollò il 1° dicembre 1923. Sei milioni di metri cubi d’acqua si riversarono a una velocità superiore ai 70 chilometri all’ora verso il lago d’Iseo e spazzarono via i paesi del fondo valle. Le stime ufficiali parlarono di 356 vittime, ma un conto attendibile fa salire a 600 il numero dei morti. Testimonianze dell’epoca riportano di un immane spostamento d’aria che fece rotolare via le persone dei paesi più vicini. Molto più nota la tragedia del Vajont, con la frana del monte Toc a provocare la morte di 1917 persone tra Longarone, Erto e Casso.