Arte e cemento: i muri (privati) di Alessandria si colorano
Uno dei muri de "L'Officina", locale alessandrino, ospita l'opera di 108, artista alessandrino. L'idea di rendere più colorata la città partendo da pareti cieche e spesso trascurate sembra piacere molto ai privati. E qualcuno si chiede: a quando il pubblico?
Uno dei muri de "L'Officina", locale alessandrino, ospita l'opera di 108, artista alessandrino. L'idea di rendere più colorata la città partendo da pareti cieche e spesso trascurate sembra piacere molto ai privati. E qualcuno si chiede: a quando il pubblico?
SOCIETA’- Alessandria, lo si dice da sempre, è grigia. Lo è nella sua fede calcistica,lo è per colpa della nebbia, lo è anche un po’ per indole, per natura. A qualche alessandrino, a dire il vero, il grigio piace. Altri sono convinti che sia giunta l’ora di una rivoluzione di colori. Alcuni, infine, ritengono che a volte le due realtà, messe accanto, abbiano lo straordinario potere di completarsi e migliorarsi. “Senza il grigio, quel rosso e quel blu brillerebbero meno – ci spiega 108, artista alessandrino impegnato nella realizzazione di un disegno su un muro de “L’Officina”, locale in largo Catania – ed io tendo ad usare anche colori come il grigio e il nero, per dare un equilibrio. Abbiamo voluto fare un regalo alla città, anche se non è una città a cui è facile far regali: trovare muri ciechi pubblici è difficile e così si può contare, talvolta, sui privati. All’estero è diverso, ci sono più festival di muralismo. In alcuni casi si concentrano nelle periferie, per riqualificarle. Io, però, non sono d’accordo: l’arte è importante per migliorare la vita delle persone. Vederla semplicemente come un abbellimento è un po’ degradante per l’arte in sè“.
Di colore e di arte, sui muri della città, non ce n’è molto, in effetti. Ci aveva provato, a giugno, la Casa di Quartiere, che aveva messo a disposizione degli artisti 108 ed Ekta una parete, poco prima dell’edizione 2015 di Inchiostro. Recentemente si è aggiunta una facciata cieca della casa di Luca Zanon, tra i creatori del festival, che può ora contare su un giovane Borsalino che, di tutta fretta, corre verso la città, passando per la strada di Pecetto. “L’idea è venuta a me, Riccardo Guasco e Patrick Dolo – spiega – Su un muro importante, dopo una curva a gomito, abbiamo realizzato quello che è sì un omaggio ad un personaggio importante del territorio, ma anche un augurio di buon viaggio per Riccardo Guasco,
Nel frattempo, ci pensano i privati. “L’idea è nata per dare qualcosa alla città – commenta Ugo Fusco, proprietario de L’Officina – per darle una scossa di colore. Del resto ci chiedevamo perché un artista come 108 potesse lavorare in giro per il mondo e qui fare tanta fatica per poter trovare una parete bianca sulla quale dipingere: tra burocrazia e vari problemi, si perdono delle opportunità. Senza contare che poi questa forma di arte può diventare un’attrazione, uno motivo di interesse: speriamo, in questo senso di poter essere uno spunto. Se l’obiettivo è colorare la città, non vogliamo essere l’esclusiva”.