Sul Teatro Comunale, parecchi dubbi e poche certezze
Il 13 ottobre, data prevista dal Tribunale per la fine dei lavori di bonifica, si avvicina. Nel frattempo, in Commissione, si discute dell'acquisizione del terreno su cui sorge la struttura. E ci si interroga sul futuro...
Il 13 ottobre, data prevista dal Tribunale per la fine dei lavori di bonifica, si avvicina. Nel frattempo, in Commissione, si discute dell'acquisizione del terreno su cui sorge la struttura. E ci si interroga sul futuro...
SOCIETA’ – Nella nebbia che avvolge il Teatro Comunale di Alessandria, chiuso dal 2010, sembra esserci una certezza: la data di fine dei lavori di bonifica. Pare infatti che, con ogni probabilità, il 13 ottobre la struttura, completamente risanata dall’amianto che ne aveva provocato la chiusura, tornerà in mano all’Amministrazione Comunale. “Partiremo a dicembre di quest’anno con l’apertura di due sale, la Ferrero e la Zandrino, più piccole” spiega l’assessore alla cultura, Vittoria Oneto, durante la commissione congiunta convocata per discutere dell’acquisizione del diritto di superficie del terreno sul quale sorge il Teatro Comunale. Da lì, poi, un protocollo d’intesa con la Regione per lo studio di fattibilità, uno piano di project financing e, ovviamente, una serie di esperienze teatrali volte a far “riappropriare gli alessandrini di uno spazio che appartiene a loro”.
I tempi, spiega il presidente della commissione, Renzo Penna (Sel), sembrano ormai certi: il mese di agosto servirà per allestire il ponteggio della Sala Grande, entro fine settembre termineranno i lavori di bonifica e i primi quindici giorni di ottobre verranno utilizzati per le analisi specifiche sulla sala maggiore del Teatro e su tutta la struttra. Il 13 ottobre, data ultima stabilita dal Tribunale, vedrà il Teatro tornare nelle mani dell’Amministrazione, per essere, verosimilmente, reso al pubblico attorno al 15 dicembre. Durante la Commissione non mancano le domande.
A Piercarlo Fabbio (Pdl), che chiede delle condizioni degli impianti di riscaldamento e raffreddamento, risponde Renzo Penna, spiegando come “gli impianti siano due: quello della Sala Grande è stato completamente smantellato durante le bonifiche, per cui sarà necessario un impianto nuovo. Le altre sale, invece, sono interessate da un impianto che al momento della chiusura era funzionante, ma che ha subito il contraccolpo di cinque anni di inattività”. “In questi giorni – gli fa eco l’assessore Oneto – stiamo effettuando alcuni sopralluoghi per capire la spesa per la riattivazione. Il costo che avevamo preventivato era attorno ai 20mila euro“. Molta curiosità c’è anche attorno al futuro del teatro, alla gestione della struttura e all’organizzazione che, dalla riapertura in poi, verrà data alla nuova realtà. “Siamo favorevoli all’acquisizione – spiega Domenico Di Filippo (M5S), ma ci interessa di più il prosieguo: come verrà gestito? C’è un progetto finanziario? Chi gestirà la struttura?”. “Sarebbe utile – sollecita Giovanni Barosini (Udc) – che il comitato Rivogliamo il Teatro, che era molto attivo in passato, ritornasse a farsi sentire. Purtroppo si è sopito al cambio di governo, ma ritengo sarebbe importante sentirli partecipi, presenti in un momento così delicato”.
Il futuro, spiega l’assessore Oneto, è nelle mani della Regione. “Ci aspettiamo il loro supporto, tramite la società che se ne occupa – dichiara – anche se non verrà fatta un’intera stagione. Piuttosto, si tratterà di attività con associazioni culturali e teatrali per avere spazi ‘vissuti’ dalla città”. La spiegazione, però, desta qualche perplessità: “la Regione già in passato si è tirata indietro di fronte agli impegni, come è successo con il bike sharing – interviene Di Filippo – Non corriamo il rischio di creare un mostro incapace di andare aventi?” “E poi – puntualizza Angelo Malerba (M5S) – non avremmo potuto riacquisire il terreno a tempo debito, salvando Aspal? Quanto ci costa riappropriarci dell’area su cui sorge il teatro?”
Sull’ultimo interrogativo, l’assessore non ha dubbi. “Il momento è questo – spiega – perché prima una realtà come la nostra, in dissesto, non avrebbe di sicuro potuto ottenere dalla Corte dei Conti il permesso di acquisire una struttura inutilizzabile e da bonificare. Rientriamo in possesso di un teatro risanato, bonificato, nel quale verranno realizzate attività. La regione ha un’azienda strumentale che si occupa esattamente di queste cose e siamo in attesa di una proposta. Sui costi, però, non sono l’assessore di riferimento, non saprei quantificare la spesa“. Il dibattito, ora, si sposta nel Consiglio Comunale di giovedì 6 agosto.