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Memoriale: quando i profughi erano italiani
Prosegue il viaggio alla riscoperta della nostra storia attraverso documenti e archivi storici. Cosa succedeva ai feriti di guerra o alle popolazioni da evacuare? E ai cittadini di paesi nemici che vivevano da tempo sul nostro territorio? Ecco le risposte...
Prosegue il viaggio alla riscoperta della nostra storia attraverso documenti e archivi storici. Cosa succedeva ai feriti di guerra o alle popolazioni da evacuare? E ai cittadini di paesi nemici che vivevano da tempo sul nostro territorio? Ecco le risposte...
MEMORIALE – Torniamo ai primi giorni del 1915, la guerra è in divenire e bisogna preparare per bene il tutto, quindi chi di dovere si rimbocca le maniche.Abbiamo già visto che Alessandria viene passata come Ospedale Militare di seconda linea e quindi ci sono già le previsioni di edifici pubblici da sequestrare e adibire all’uopo.
Ma il Comando di Sanità Militare a febbraio pensa che gli edifici cittadini non siano sufficienti per i feriti che arriveranno dal fronte e quindi manda apposita circolare a tutti i sindaci del circondario per ottenere altri edifici, medici condotti ed infermieri da adibire allo scopo.
Qualche mese dopo pochissimi giorni prima dell’entrata in guerra dell’Italia ecco arrivare una nota del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’epoca per tutti i Prefetti mettendoli in guardia che si prevedono disordini della cittadinanza italiana verso cittadini austro-ungarici residenti in Italia e perciò si chiede la massima sorveglianza per l’incolumità dei cittadini stranieri e dei loro beni.
Se a maggio si pensa all’incolumità dei cittadini stranieri qui residenti subito dopo le prime battaglie a giugno si cambia idea e tono, quindi viene deciso che tutti i cittadini austro-ungarici e germanici residenti in Italia di sesso maschile e di età fra 18 e 50 anni vengano confinati in Sardegna per tutto il tempo della guerra e gli altri maschi di età esclusa con le donna di tutte le età continueranno a dimorare nelle loro abitazioni ma con obbligo settimanale di controllo e divieti di comunicazione.
Altra circolare prefettizia di giugno allerta tutti i sindaci d’Italia dell’imminente arrivo di profughi italiani dalle zone di guerra, famiglie intere che verranno alloggiate nei vari comuni disponibili ad ospitarle, trovando loro anche un eventuale lavoro da svolgere.
Non conosco i dati ufficiali, ma mi chiedo quale sarà stato il numero di abitanti nel Nord-Est evacuati per la penisola?
Che impatto sociale ha provocato in piccoli comuni, per lo più agricoli, tale arrivo?


