Quando Alessandria cominciò a temere i bombardamenti
Prosegue il nostro racconto della Guerra fatto riscoprendo articoli di giornali d'epoca e documenti storici che parlano del capoluogo e della provincia
Prosegue il nostro racconto della Guerra fatto riscoprendo articoli di giornali d'epoca e documenti storici che parlano del capoluogo e della provincia
MEMORIALE – Abbiamo visto che nei primi mesi della guerra sono arrivati migliaia di prigionieri di guerra, soldati ma anche civili con donne e bambini.Tra i tanti presenti ecco la notizia a settembre del 1915 che uno riesce a fuggire.
Precedentemente abbiamo anche visto che la nostra città è stata relegata a ospedale militare di seconda linea e per questo uso il sindaco ha sequestrato parecchie chiese, scuole e case private: i numeri dei feriti sono molto più nebulosi ma ecco che a ottobre compare sul giornale locale la richiesta di “bastoni” per i feriti in quanto scarseggiano le scorte.
A gennaio 1916 si comincia a risparmiare sull’energia elettrica la cui erogazione viene diminuita in tutta la città e di altri razionamenti ne vedremo in seguito delle belle.
Da febbraio 1916 comincia anche a circolare la paura di poter ricevere attacchi aerei!?
Ecco una serie di articoli comparsi sul giornale “L’Idea Nuova” che mette in guardia la popolazione preparandola a riconoscere i segnali (sirene o campane) che scatteranno in fase di attacco aereo.
In seguito vengono individuati alcuni edifici adibiti a rifugi antiaerei, evidentemente l’eventualità di subire un’incursione aerea è veramente remota, se in tutta la città si approntano solo cinque rifugi per tutta la popolazione.
Però tutta la popolazione vede la luce notturna passare da colore giallognolo a un colorino azzurro, sempre per confondere i fantomatici piloti nemici. Da notare che questo cambio di colorazione in caso di incursioni aeree viene attuato da maggio 1918 quando la guerra è agli sgoccioli e le forze nemiche non hanno più la grossa capacità di penetrazione dimostrata l’anno prima con Caporetto.






