Sono i “fantasmi” ad annullare il Consiglio comunale
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G.B. - giulia.boggian@alessandrianews.it  
15 Maggio 2015
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Sono i “fantasmi” ad annullare il Consiglio comunale

La seduta del Consiglio comunale di giovedì 14 maggio, è stata annullata per una "falsa" partenza che ha attestato in modo errato il numero legale in aula. Solo 16 presenti (esclusi i "consiglieri fantasma"), la seduta non è valida, ma inizia e dura pochi minuti in "polemica". Alla fine però tutti (partecipanti e non) "volevano tagliare il traguardo"...volevano cioè la "giustificazione" da presentare al lavoro

La seduta del Consiglio comunale di giovedì 14 maggio, è stata annullata per una "falsa" partenza che ha attestato in modo errato il numero legale in aula. Solo 16 presenti (esclusi i "consiglieri fantasma"), la seduta non è valida, ma inizia e dura pochi minuti in "polemica". Alla fine però tutti (partecipanti e non) "volevano tagliare il traguardo"...volevano cioè la "giustificazione" da presentare al lavoro

 ALESSANDRIA – Checché se ne dica, sono molto più disciplinati i bambini della scuola materna che non i “veterani” consiglieri di Palazzo Rosso. Che nella seduta di ieri, 14 maggio, hanno “paciugato” forse un po’ troppo nell’applicare il gioco delle parti che compete ad ogni schieramento (maggioranza da un lato e minoranza dall’altro). Il Consiglio comunale (che inizialmente si sperava potesse già essere quello di approvazione del Bilancio 2014) non aveva grossi provvedimenti da valutare: sarebbe stata una seduta per “smaltire” un po’ di arretrati e trattare soprattutto le interpellanze, che però nella buon parte dei casi sono presentate da membri dell’opposizione che chiedono spiegazioni su segnalazioni o problematiche varie in città. Quindi di “pubblico interesse”. Ma forse quella di ieri non era proprio la giornata giusta.

I consiglieri seduti nei banchi di minoranza (Lega Nord, Area Popolare, Pdl, M5S…) “campanano” qualche banco vuoto di troppo tra quelli della maggioranza e fanno il gioco dei “finti assenti”, ovvero non inseriscono la tessera e non rispondono all’appello: non sono cioè presenti e non fanno quindi numero. Nella maggioranza si cerca di prendere un po’ di tempo, con telefonate per sapere “ma stai arrivando?”, poi alla fine il sindaco arriva al pelo (come si dice) e si inizia. Con l’arrivo del sindaco, si è raggiunto il numero legale di 17? No perché in realtà si è attestata la presenza di una consigliera che però non c’era (e che arriverà solo più tardi). “Il Consiglio Comunale è stato aperto attestando falsamente il numero legale” sono state subito le parole di esponenti della minoranza. Interruzione di pochi minuti, riunione della capigruppo per decidere il da farsi e alla fine? “Consiglio comunale dichiarato nullo”. Questo significa che è come se non fosse mai iniziato, come se nessuno alle ore 15 di ieri 14 maggio fosse stato presente in quell’aula. Il bello è che invece c’erano tutti. Come dice il detto “belli e brutti”.

Fino a qui c’è chi starà leggendo e ridendo, oppure qualcuno si starà arrabbiando pensando “ecco vedi…così funzionano le cose in Italia”, qualcun’altro starà commentando l’atteggiamento di questi “consiglieri fantasma”. Ma in realtà il bello (che poi è il brutto, ndr) deve ancora arrivare. Seduta annullata, tutti che fanno su fogli e borse per dirigersi fuori da Palazzo Rosso. Ma prima sorge un problema: “così come facciamo ad avere il giustificativo da presentare al lavoro?”. E allora inizia la processione, non all’uscita, ma ad elemosinare il “giustificativo”, senza il quale o si prende “ferie” o l’assenza non ha giustificazione. Tutti lo richiedono e si pongono questo problema, sia dalla maggioranza che dalla minoranza. Ma se la si vuole proprio dire tutta per coloro che si sono detti “non presenti” all’appello e che non hanno inserito la tessera di presenza questa richiesta rappresenta una giustificazione “falsamente” comprovante di qualcosa che non è. Perché dal verbale della seduta alcuni consiglieri non risultano esserci stati in Consiglio comunale. Insomma una “falsa partenza iniziale” non bastava: si vuole comunque “tagliare il traguardo”. Anche questo non sembra essere un atteggiamento troppo “corretto” e “rispettoso”. 

Due aggettivi utilizzati dalla stessa minoranza che ha risposto con parole dure contro quanto accaduto in aula (e che certamente non fa onore all’amministrazione): “ancora una volta è successo che i sedicenti campioni della legalità si siano distinti per negare agli altri il diritto di operare istituzionalmente in modo corretto e rispettoso dei rapporti democratici. Stigmatizziamo questi comportamenti e li denunciamo con forza all’opinione pubblica che deve essere in grado di riconoscere i propri rappresentanti dalle scelte, ma anche dai comportamenti che li caratterizzano”.  Ma forse sono davvero tante le cose che dovrebbero far “arrabbiare” il cittadino e di cui l’opinione pubblica dovrebbe essere informata. Quello stesso cittadino che in ben altre occasioni (ad esempio quando si parla di tasse al massimo) viene difeso a spada tratta. Protetto e tutelato. 

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