Home
Torneremo a teatro?
Lo ha chiesto in un'intervista Giancarlo Patrucco a Vittoria Oneto, assessore ai beni e alle attività culturali del Comune di Alessandria. Ecco come è andata
Lo ha chiesto in un'intervista Giancarlo Patrucco a Vittoria Oneto, assessore ai beni e alle attività culturali del Comune di Alessandria. Ecco come è andata
ALESSANDRIA – Andiamo a parlare con Vittoria Oneto, assessore ai beni e alle attività culturali del Comune di Alessandria, all’ultimo piano del vecchio palazzotto di via Gagliaudo, ormai quasi storica sede dell’assessorato. L’argomento che abbiamo scelto per l’intervista è quello del teatro comunale ma, prima di addentrarci fra domande e risposte, è il caso di fare una piccola premessa, che verrà utile dopo.Fin da quando in Alessandria si cominciò a ragionare dell’opportunità di costruire un teatro comunale, quindi più o meno quarant’anni fa, si profilarono due differenti modi di intenderne l’indirizzo e la gestione. Il primo voleva utilizzare quell’occasione per fare un teatro che partisse dal basso. Che radunasse tutti coloro che praticavano l’attività per mestiere e/o per passione, costituendo una specie di “casa” dove ognuno, dal regista allo sceneggiatore, dall’attrezzista all’attore, fosse messo nelle condizioni di dare il meglio di sé. Il secondo, pur non disdegnando gli apporti locali, voleva un teatro inserito nel contesto nazionale, capace di darsi un cartellone che fosse comparabile con quello di altri teatri, di provincia sì, ma ben noti e stimati anche fuori.
Va da sé che ognuna delle due prospettive implicava diverse modalità realizzative, a partire dalla costruzione per finire con la forma gestionale. Prevalse la seconda e avemmo un teatro con una grande sala centrale e con un organismo creato ad hoc: l’ATA, Azienda Teatrale Alessandrina. Sappiamo già che questa ricostruzione farà discutere e che molti avanzeranno riserve, distinguo, critiche. Ora, però, è tempo di passare all’intervista vera e propria.
Assessore Oneto, considerate le vicissitudini che hanno attraversato il teatro comunale in questi ultimi anni, non le sembra utile iniziare con un riepilogo? Sa, una sorta di ripasso per i lettori meno attenti.
Sarebbe lunghissimo – dice sorridendo – perché la questione dell’amianto è iniziata durante l’amministrazione precedente. Io ho dovuto affrontarla direttamente a partire dall’estate 2012, quando la presente amministrazione si è instaurata. Posso soltanto dire che, dopo aver verificato la dispersione dell’amianto, la ditta che si era aggiudicata allora quei lavori che ne furono la causa si accollò buona parte di quelli necessari alla bonifica e al ripristino.
Sarebbe lunghissimo – dice sorridendo – perché la questione dell’amianto è iniziata durante l’amministrazione precedente. Io ho dovuto affrontarla direttamente a partire dall’estate 2012, quando la presente amministrazione si è instaurata. Posso soltanto dire che, dopo aver verificato la dispersione dell’amianto, la ditta che si era aggiudicata allora quei lavori che ne furono la causa si accollò buona parte di quelli necessari alla bonifica e al ripristino.
E lei?
Io mi trovai, come può ben capire, in una situazione difficilissima. Da una parte, c’era il teatro chiuso e un’attività di bonifica da tenere sotto controllo. Dall’altra, c’era la necessità di avviare comunque una stagione teatrale, utilizzando ogni opportunità che la città presentasse. Naturalmente, c’era bisogno di soldi. Non tanti, ma comunque in quantità superiore a quelli che il dissesto ci permetteva di mettere a bilancio.
Soldi? E per cosa, esattamente?Beh, nel caso della bonifica, soldi per la necessaria opera di supervisione da parte di tecnici esperti e per le altrettanto necessarie analisi. Qui, dobbiamo dir grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio. Finora, direi circa 100.000 euro, ma prima che sia finita ce ne vorranno altrettanti. Per le stagioni teatrali, ringrazio della loro collaborazione l’Alessandrino, il Teatro San Francesco e l’Ambra. Cartelloni variamente impegnati, che hanno comunque dato ottimi risultati in termini di pubblico.
Torniamo al nostro teatro chiuso. Chiuso, ma si dice che a fine estate riaprirà.
-Stavolta, l’assessore Oneto ride apertamente – Io non l’ho mai detto. Penso che una parte del teatro possa essere riaperta per la fine di quest’anno. Vede, per la bonifica sono stati aperti due cantieri: uno comprendeva la sala grande e il palco, l’altro comprendeva le sale Ferrero e Zandrino. A fine dicembre riusciremo quasi certamente a riaprire queste ultime, con l’opportuno accesso esterno per il pubblico. Devo ancora trovare i quattrini per gli arredi mancanti e per acquistare un proiettore digitale, ma non dispero. Credo che ci riuscirò.
-Stavolta, l’assessore Oneto ride apertamente – Io non l’ho mai detto. Penso che una parte del teatro possa essere riaperta per la fine di quest’anno. Vede, per la bonifica sono stati aperti due cantieri: uno comprendeva la sala grande e il palco, l’altro comprendeva le sale Ferrero e Zandrino. A fine dicembre riusciremo quasi certamente a riaprire queste ultime, con l’opportuno accesso esterno per il pubblico. Devo ancora trovare i quattrini per gli arredi mancanti e per acquistare un proiettore digitale, ma non dispero. Credo che ci riuscirò.
E il resto?
Ah! Il resto è molto più complicato. Servono opere di muratura per chiedere la seconda galleria e tratti di ammezzato. Quindi, ci vogliono soldi, molti soldi per rifare completamente la sala grande: rivestimenti, luci, palco e, soprattutto sedute. La sala grande è una tabula rasa. Bisogna rifarla da cima a fondo.
Quanto?
Ah, sì. Quanto costerà? Beh, stimo che ci vogliano 2 milioni di euro.
Una sommetta notevole, viste le condizioni in cui versa la città e versano altri servizi. Come la biblioteca civica, ad esempio. Non è che il teatro sarà la priorità delle priorità?No. Non ho mai pensato di farli uscire tutti dal nostro bilancio. Per quanto riguarda la Biblioteca, sa quanto ho a disposizione in bilancio per l’acquisto di libri? 2.500 euro. Sa di quante bibliotecarie qualificate dispongo? Una. Per questo abbiamo affidato la gestione della Biblioteca a “Costruire insieme” e per questo stiamo battendo sulla formazione. Ma, intanto, alcune attività sono risorte e altre si stanno avviando. Lo stesso processo ho in mente di utilizzarlo per la gestione del teatro, sia relativamente ai costi di avvio che a quelli d’esercizio. Battere la strada di altre fondazioni, come San Paolo e CRT. Un accordo di programma con la Regione Piemonte. L’accesso a bandi europei. Intese con i privati. Il tutto, per una gestione economicamente accessibile e un prodotto vario, quanto dignitoso.
Salutiamo l’assessore Oneto e scendiamo le scale pensando alle opzioni di cui abbiamo detto in premessa: non sarà che stavolta sarà la prima a prevalere?