Creduli e credenti; il confine è una questione di fede
L'associazione Cultura e Sviluppo ha ospitato il professor Marco Ventura, autore del libro "Creduli e credenti - Il declino di Stato e Chiesa come questione di fede", analisi sul rapporto tra Stato, religione, società ed istituzioni cattoliche dalla revisione del Patti Lateranensi del 1984 ad oggi
L'associazione Cultura e Sviluppo ha ospitato il professor Marco Ventura, autore del libro "Creduli e credenti - Il declino di Stato e Chiesa come questione di fede", analisi sul rapporto tra Stato, religione, società ed istituzioni cattoliche dalla revisione del Patti Lateranensi del 1984 ad oggi

Il momento storico dal quale Ventura ha scelto di partire per affrontare questo argomento è la revisione dei Patti Lateranensi del 1984. Il 18 febbraio Bettino Craxi, presidente del Consiglio, e il segretario di Stato della Santa Sede Agostino Casaroli annullano la clausola ratificata nel ’29 da Benito Mussolini e dal cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri, in cui la religione cattolica viene ufficialmente dichiarata religione di Stato.“Una decisione, quella del febbraio ’84, presa con la convinzione che ciò avrebbe portato benefici ad entrambe le controparti”, ma a quanto pare le intenzioni non sono poi state confermate dai fatti. Il libro prova a delineare un ritratto di ciò che avrebbe dovuto o potuto essere e invece non è stato; “nello scacchiere internazionale – afferma Mazzola – sulla questione relativa alle dinamiche attinenti alle politiche di gestione della complessità delle società pluraliste, si ha l’immagine di un Paese rimasto al palo, arretrato rispetto al resto dell’Europa”. Un Paese che, in questi trent’anni, ha continuato a maturare grosse difficoltà ad accettare i cambiamenti sociali e ad interpretare le dinamiche interculturali, sempre più particolari e pressanti.
Anche il professor Maurilio Guasco, ordinario di Storia del Pensiero Politico Contemporaneo presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, ribadisce la tesi di fondo del libro, dalla quale “emerge che questa revisione ha avuto dalle due parti un’interpretazione alquanto discutibile; la Chiesa, infatti, ha sempre preteso di essere giudice della laicità dello Stato, continuando a pensare che tutti i cristiani siano cattolici”.


L’autore di “Creduli e credenti” è fermamente convinto che “stiamo assistendo ad un grande gioco pubblico sulla religione condotto dai vari attori politici e cattolici in cui tutto si fa, si discute e si decide a prescindere dalla fede. È un processo che che ci conduce ad un cattolicesimo culturale in cui la fede non c’è più e dove non vengono mai aperti momenti di riflessione. Per questo nel libro sottolineo un declino, di Stato e di Chiesa, come questione di fede”. Per Ventura quindi nella società odierna è certamente più facile cadere nella trappola rimandendo, o diventando, creduli; molto più difficile restare credenti. “Io descrivo il credente come un individuo che fa fatica, che fa delle scelte difficili, che perde il potere, che fa e che si pone domande scomode. L’altra polarità, quella del credulo, ha questo modo di interpretare la fede come qualcosa utile a soddisfare secondi e più subdoli fini. Una religione di cui ci si può appropiare senza la fatica di un percorso spirituale e di coerenza rispetto a quella religione. Qui sta quella miscela di purezza e cinismo che è quella tentazione che tutti noi inevitabilmente sperimentiamo”.