Il sindaco… e la sindachessa
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Timmyrosso - redazione@alessandrianews.it  
13 Aprile 2015
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Il sindaco… e la sindachessa

Dall'Osservatore di Alessandria ancora un articolo sul lungo percorso che la società ha dovuto intraprendere per raggiungere la parità (ancora oggi incompleta) fra i sessi. Questa volta si tratta di un sonetto, "le saputelle", che prende di mira le moglie dei professionisti, impegnate a scimmiottare i mariti invece di restare in cucina

Dall'Osservatore di Alessandria ancora un articolo sul lungo percorso che la società ha dovuto intraprendere per raggiungere la parità (ancora oggi incompleta) fra i sessi. Questa volta si tratta di un sonetto, "le saputelle", che prende di mira le moglie dei professionisti, impegnate a scimmiottare i mariti invece di restare in cucina

MEMORIALE – Eccoci ancora tra le pagine dell’Osservatore di Alessandria un anno dopo la notizia letta la scorsa settimana sull’educazione della donna auspicabile a passettini.
Siamo al 18 marzo 1871 e viene pubblicato un sonetto dal titolo “Le saputelle” firmato da uno sconosciuto che ha deciso di mettere solamente le sue iniziali, forse vergognandosi di ciò che scriveva allora e per risparmiarci oggi giorno ilarità sul suo nome.
Nel sonetto vengono prese di mira le mogli di quasi tutti i professionisti del mondo di allora, sindaco, avvocato, farmacista, consigliere comunale (chissà perché è il primo della lista!), parroco, facendo passare le relative donne come macchiette scimmiesche che si avvalgono delle conoscenze del proprio uomo solamente per poter dir la loro.
Qui non importa che le mogli abbiano studiato o meno, si insinua che riescano a farla da “pavoni” e linguacciute solamente perché afferrano qualche concetto maritesco durante il pranzo e se ne fanno forti.
Per finire a sottolineare che la donna va “bene in cucina” anche se non è istruita, in fondo che serve studiare se si vuole cuocere del cibo? Simpatico sottolineare che il sapere corrompe le doti naturali.
Finiamo con le dovute prese di posizione della redazione del giornale stesso, che prende le distanze da chi ha scritto il sonetto ma ammettendo che in parte (quale percentuale sarà stata?) condivide le tesi dello scritto: in fondo dimostra di credere che una buona madre di famiglia (in primis) possa sedere anche erudita in società (secondariamente).

Passano gli anni e arriviamo al 1907 con un bando di concorso indetto dal comune di Zinasco (PV) che viene mandato a tutti i comuni del Regno d’Italia per tre posti di insegnanti di scuola (debbo ringraziare il sindaco di Montecastello che ha messo a disposizione questo manifesto).
Il lavoro da maestro elementare, prettamente con ruolo maschile, è stato aperto anche alle donne, in che anno non lo so, dando una pari opportunità ai due sessi, ma attenzione leggete bene lo scritto.
Stessa classe, stessa categoria, stessa frazione ma ben 150 Lire di differenza tra lo stipendio del maschio e quello della femmina!
Dopo circa un secolo l’educazione allo studio è stata equiparata, ma rimane la diversità di liquidazione economica.

Mi chiedo, oggi come siamo messi?

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