Opere di Giustizia e Carità: “nubi nere all’orizzonte”
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Opere di Giustizia e Carità: “nubi nere all’orizzonte”

L'ente operativo della Caritas diocesana presenta il bilancio 2014 e fa il punto della situazione. A fronte della crescita delle famiglie in difficoltà sono diverse le problematiche: ad aprile chiuderà il progetto di co-housing femminile e, nello stesso mese, per la prima volta nella storia l'associazione dovrà comprare la pasta per la mensa per i poveri... "E molti supermercati preferiscono buttare il cibo piuttosto che devolverlo"

L'ente operativo della Caritas diocesana presenta il bilancio 2014 e fa il punto della situazione. A fronte della crescita delle famiglie in difficoltà sono diverse le problematiche: ad aprile chiuderà il progetto di co-housing femminile e, nello stesso mese, per la prima volta nella storia l'associazione dovrà comprare la pasta per la mensa per i poveri... "E molti supermercati preferiscono buttare il cibo piuttosto che devolverlo"

ALESSANDRIA – Un quadro non molto confortante, quello emerso dalla presentazione del Bilancio Consuntivo 2014 di Opere Giustizia e Carità, l’ente operativo nato dalla Caritas Diocesana. 
Se è pur vero, infatti, che nell’anno passato le spese per le attività e per il personale sono cresciute dimostrando come si sia allargata “la famiglia” dell’associazione e come attraverso molte iniziative di servizio sia possibile creare lavoro, è altrettanto vero che alcuni dei progetti dell’associazione si trovano in profonda difficoltà. 
Il progetto Housing femminile – ha spiegato Marco Santi – chiuderà il 20 aprile. L’iniziativa, nata nel 2012 in collaborazione con il Cissaca ha, infatti, goduto nel primo biennio di un sostegno economico garantito dal Csva ma dal febbraio 2014 tutte le spese sono ricadute sull’associazione. A parziale copertura dei costi sostenuti è successivamente intervenuto un contributo comunale deliberato dall’Osservatorio Sociale, che tuttavia non è stato sufficiente a consentire il protrarsi dell’iniziativa”.
Un grosso contributo ai bisogni della città che viene a mandare, dunque, a cui si uniscono le difficoltà in cui si trovano altri tre servizi coordinati dall’associazione: l’Ostello femminile (Nuova Casa d’accoglienza femminile), la Tavola Amica e l’Emporio della solidarietà. 

In primo luogo il problema della sostenibilità. L’Ostello femminile, progetto è avviato nel 2013, grazie al sostegno del Comune e della Provincia di Alessandria, dal Cissaca e dalle Fondazioni CRA e SociAL, da Opere di Giustizia e Carità insieme con l’associazione NICO’93, la cooperativa Coompany&, altre associazioni alessandrine e privati cittadini, ne è un esempio. Nel 2014 l’ostello ha, infatti, garantito ospitalità a 68 diverse donne in difficoltà per un totale di 3259 pernottamenti ed è stato possibile attivare due operatrici notturne, una operatrice diurna e 3 tirocini formativi (oltre alle volontarie).  Ma quale sarà il futuro dopo il 2016 (quando termineranno i finanziamenti delle fondazioni)?
 
In secondo luogo, la difficoltà di gestire la crisi del Banco alimentare rispetto al filone di approvigionamento Agea. “La prossima settimana – spiega ancora Marco Santi – andremo per la prima volta a comprare la posta da servire in mensa“. Un progetto, “Tavola Amica” grazie al quale nel 2014 sono stati serviti 25600 pasti e che, in mancanza di nuovi fornitori, rischia di andare in crisi nonostante il contributo della Fondazione SociAL (che si è impeganta a sostenere il triennio 2012-2016) e la convenzione con Comune di Alessandria e Diocesi, grazie alle quale si coprono due terzi del costo complessivo del servizio. 

In ultimo la mancanza di sensibilità da parte di alcuni interlocutori. L’Emporio solidale attivato dalla cooperativa sociale Coompany& e in cui Opere di Giustizia e Carità e Caritas danno un consistente contributo, raggiungerà la propria piena funzionalità nel corso del 2015 allorchè sarà implementeta la quantità di beni e servizi recuperati dalla grande e media distribuzione e conseguentemente il numero di famiglie che potranno beneficiare di tale sostegno. Un risultato, però, non facile da raggiungere: “il problema, infatti, è che ci sono molti grossi supermercati che preferiscono buttare i cibi piuttosto che devolverli all’emporio” – ha detto Don Massimo Marasini, delegato vescovile della pastorale per la Carità. 
Dei numerosi supermercati presenti in città, infatti, solo Coop, Bennet e Centrale del Latte hanno dato la propria adesione al progetto.

Elemento certamente importante dal punto di vista economico è il fatto che “le entrate esplicitate in bilancio (circa 275mila), se pur aumentate rispetto al 2013, sono, in sostanza, competenze – ha spiegato ancora Santi – e non costituiscono liquidità, generando una situazione di cassa che non è così rosea“. 

Problematiche non possono essere sottovalutate, dal momento che il numero delle persone che si rivolgno al centro di ascolto Caritas, che costituisce il filtro per l’accesso a tutti i servizi di base, è in crescita. Nel 2014 più di un volto nuovo al giorno si è affacciato allo sportello: in totale le nuove richieste d’aiuto sono state 400, sinonimo dell’aumento sul territorio dei bisogni di prima necessità. 

Certo è che l’associazione non si da per vinta e, nel corso della presentazione del Bilancio 2014, ha illustrato le iniziative che quotidinamante rispondo ai bisogni di prima necessità della città, peraltro in crescita, e anche i due nuovi progetti che saranno attivati nel 2015: Case solidali – in risposta alla crescente emergenza abitativa –  e Orti solidali – approvato dalla Giunta nell’ottobre scorso, qui l’articolo.  

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