Avere fede oggi: Vito Mancuso spiega perché è ancora possibile
Nella serata di giovedì 19 l'associazione Cultura e Sviluppo ha invitato il teologo Vito Mancuso per parlare delle problematiche legate alla fede religiosa e per capire in cosa sia ancora possibile credere oggi con mentalità laica e moderna
Nella serata di giovedì 19 l'associazione Cultura e Sviluppo ha invitato il teologo Vito Mancuso per parlare delle problematiche legate alla fede religiosa e per capire in cosa sia ancora possibile credere oggi con mentalità laica e moderna

Per affrontare questo poco abbordabile interrogativo l’associazione Cultura e Sviluppo giovedì 19 ha invitato in veste di relatore il professor Vito Mancuso, uno dei maggiori teologi italiani molto apprezzato anche sulla scena internazionale. Mancuso è noto per le sue posizioni decisamente poco dottrinali, spesso in contrasto con i “dogmi” della Chiesa Cattolica e con i suoi rappresentanti più intransigenti.
Giorgio Guala, presidente di “Cultura e Sviluppo” e moderatore dell’incontro, afferma che nelle sue opere, per quanto discusse o discutibili, Vito Mancuso ha saputo realizzare “l’audace tentativo di sintesi tra le problematche fondamentali della teologia e i capisaldi della cultura scientifica moderna. Mancuso – continua Giorgio Guala – ha saputo rispondere al bisogno di spirituralità della gente, anche quando inconscio”.

Ma cos’è la fede? Mancuso risponde che la fede “è un atteggiamento umano originario”; secondo il professore esistono 6 diverse posizioni in ordine alla fede: la prima è quella dell’ateismo cosiddetto dottrinario o scientifico, che ritiene la religione negativa per sé stessi e per l’umanità perché originata dall’ignoranza. Questo tipo di ateismo “si presenta come scienza rispetto alla fede, che viene considerata esattamente contraria alla scienza”. Poi esiste un secondo tipo di ateismo, che esclude la religione non per ragioni di tipo scientico ma etiche e morali; i mali del mondo vengono considerati eccessivi per poter ammettere l’esistenza di una qualche forza divina ultraterrena. La terza posizione è quella degli agnostici, “che non hanno alcuna fede ma neppure coltivano la convinzione teoretica della falsità di ogni prospettiva religiosa”. La quarta posizone è più dinamica, e riguarda coloro che nel corso della vita hanno più o meno momenti di fede, più o meno dubbi riguardo la vita eterna; Mancuso la definisce come la posizione della perplessità. La quinta tipologia di fede è costituita da “coloro che aderiscono totalmente alla dottrina religiosa e che credono fermamente ai dogmi della propria Chiesa d’appartenenza”. L’ultima posizione è quella alla quale Mancuso sente di appartenere, ed è la posizione di chi crede ma non può fare a meno di “soppesare gli insegnamenti dogmatici ed etici della propria religione, confrontandoli con le altre religioni, con la scienza e con l’esperienza”.

Quindi, è possibile credere oggi? “Certo che sì – risponde Vito Mancuso – ma avendo chiaro che il concetto di verità sta ben oltre la dottrina. La verità presente nel Vangelo è al di là di ogni formulazione dottrinale ed ha a che fare con la dinamicità dell’esistenza. Gesù ci dice “Io sono la via, la verità e la vita”; la verità sta tra le parole via e vita. Gesù è quindi una spinta, un modello, colui che ci consegna un metodo perché ognuno di noi sia verità. C’è una dimensione creativa in cui siamo noi a dover capire cosa sia la verità; la verità è il bene, ciò che fa fiorire la vita”.