Quando erano gli italiani a partire in massa per l’estero
Dalle pagine dell'Osservatore Alessandrino, fra metà 1800 e i primi anni del 1900, è possibile ricostruire le cifre di quanti scelsero di lasciare il proprio paese, l'Italia, per cercare fortuna all'estero. Non a tutti andò bene: fra loro c'è chi, documenti alla mano, perì nella tragedia del Titanic e chi si fece ammaliare da facili guadagni in Egitto, ricevendo un cambio una brutta sorpresa...
Dalle pagine dell'Osservatore Alessandrino, fra metà 1800 e i primi anni del 1900, è possibile ricostruire le cifre di quanti scelsero di lasciare il proprio paese, l'Italia, per cercare fortuna all'estero. Non a tutti andò bene: fra loro c'è chi, documenti alla mano, perì nella tragedia del Titanic e chi si fece ammaliare da facili guadagni in Egitto, ricevendo un cambio una brutta sorpresa...
MEMORIALE – La scorsa settimana su queste pagine c’è stato un articolo di riflessione con parecchi commenti sul fenomeno immigrazione.Ecco qui un articolo dell’Osservatore Alessandrino, altro giornale cittadino con uscita bi-settimanale, datato 22 febbraio 1908 che pubblica i dati dalla nostra emigrazione verso i paesi dov’era più facile trovare un lavoro e quindi un reddito che avrebbe potuto permettere di mantenersi in loco, ma anche di risparmiare qualche “soldo” che, spedito in Italia, avrebbe permesso di campare meglio al resto della famiglia, spesso numerosa, rimasta in patria e quindi potere migliorare le case e i paesi natii.
Se nel 1876 l’emigrazione verso le Americhe è circa un quarto di quella indirizzata verso altri paesi europei (non meglio specificati) nel 1906 le Americhe sono realtà per il doppio dei nostri emigranti.
Le cifre di espatrio mi sembrano veramente grandi, molti sono anche tornati, prima o dopo, ma molti sono rimasti nei paesi di arrivo.
Permettetemi un ricordo personale, mio nonno paterno nel 1903 a Ellis Island (dal sito sono riuscito a risalire alla nave di arrivo con l’elenco degli sbarcati) a New York ed ha vissuto circa un anno con gli altri del suo paese, ma poi se ne è ritornato in Italia intimorito dalle regole dettate dalla Mano Nera agli italiani che vivevano in quella periferia. Mi raccontava che la Mano Nera era nata come organizzazione per difendere gli italiani e i loro interessi certo che era a “pagamento” e il pizzo lo dovevi versare per qualunque cosa volessi fare. Tornando al paesello con qualche dollaro in più in tasca ha potuto permettersi l’inizio di un’attività propria senza dovere sovvenzionare nessuna organizzazione.
Insieme ai numeri dell’emigrazione potete vedere anche che un alessandrino, emigrato in Gran Bretagna nel 1907, ha avuto la sfortuna di perire nell’affondamento del Titanic e l’articolista lo ricorda ai suoi lettori.
Infine una raccomandazione a non rispondere ad annunci di lavoro provenienti dall’Egitto che promettevano un bello stipendio in cambio di un posto di “assistente” al tavolo del biliardo.
Insomma se dalla Francia cercavano i nostri ragazzini per questuare, dall’Egitto cercavano le nostre giovani ragazze per…



