Argini, l’amministrazione cerca il dialogo. Gli agricoltori chiedono incontro urgente
L'assessore Lombardi conta di incontrare gli agricoltori per illustrare il progetto: vorremmo che l'area fosse fruibile, per tutti, senza andare a ledere i privati. Ma le associazioni di categoria rispondono: "non parteciperemo all'incontro di venerdì" ma chiedono un incontro urgente con sindaco e assessore. E, intanto, Barosini porta il tema in consiglio comunale con un'interpellanza
L'assessore Lombardi conta di incontrare gli agricoltori per illustrare il progetto: ?vorremmo che l'area fosse fruibile, per tutti, senza andare a ledere i privati?. Ma le associazioni di categoria rispondono: "non parteciperemo all'incontro di venerdì" ma chiedono un incontro urgente con sindaco e assessore. E, intanto, Barosini porta il tema in consiglio comunale con un'interpellanza
ALESSANDRIA – “Il nostro progetto è quello di rendere l’area fruibile a tutti, con punti sosta per ammirare il paesaggio, senza ledere i diritti dei privati”. L’assessore Claudio Lombardi prova a spiegare il senso del progetto presentato in giunta per l’istituzione di una zona di salvaguardia ambientale.“Conto di incontrare a breve gli agricoltori, prima di venerdì”, conferma, quando il progetto verrà presentato anche alle associazioni ambientaliste.
Intanto, resta fruibile la sponda del Tanaro, quella demaniale. Anche se, per il momento, non sarà possibile probabilmente percorrere tutto l’anello.
Gli agricoltori, però, per voce delle associazioni di catogoria hanno già risposto “no grazie”: La vicenda degli ‘argini negati’ – scrivono in un comunicato stampa congiunto Coldiretti, Confagricoltura e Cia – continua ad essere al centro dell’attenzione.
Le tre associazioni annunciano che non prenderanno parte alla presentazione dell’iniziativa “Parco Naturale delle Confluenze Tanaro-Bormida-Orba” che si terrà venerdì 13 marzo in Sala Consiglio in quanto non condividono il metodo utilizzato dall’amministrazione Comunale di Alessandria inerente la proposta di realizzazione della “Zona Naturale di Salvaguardia”.
Una decisione a cui il mondo agricolo è giunto in quanto non è mai stato coinvolto in sede di discussione e/o di stesura del progetto che coinvolge in maniera diretta un numero consistente di imprese agricole del territorio alessandrino.
Il settore primario si sente profondamente amareggiato e deluso poiché dalle prime informazioni avute sul progetto è emerso che una delle maggiori cause di degrado è imputabile proprio alla gestione agricola.
“Per questi motivi chiediamo – affermano le tre Organizzazioni Professionali Agricole – un incontro urgente con il Sindaco e gli Assessori competenti al fine di rivedere, ed eventualmente ritirare, il progetto già deliberato a nostra completa insaputa”.
Nel frattempo, il consigliere comunale Gianni Barosini ha presentato un’interpellanza per portare la discussione all’interno del consiglio comunale.
Premesso, recita l’interpellanza, “che la tutela dell’ambiente e la promozione di iniziative di recupero naturalistico del territorio sono compiti importanti delle varie istituzioni territoriali; che le operazioni volte a creare una maggiore sicurezza idraulica sono certamente interessanti ed auspicabili in una città come la nostra, già interessata da alluvioni; che la creazione di una zona naturale di salvaguardia potrà costituire il presupposto fondamentale per ottenere finanziamenti europei per progetti locali di valorizzazione del territorio”, considerato che “l’azione della pubblica amministrazione deve sempre essere caratterizzata dal necessario coinvolgimento nelle procedure amministrative di tutti coloro che vantano diritti soggettivi ed interessi legittimi sulle fattispecie interessate dai provvedimenti adottati”, chiede al sindaco Rita Rossa e all’assessore competente “per quale ragione si è avviato il procedimento amministrativo, procedimento culminato in una delibera di Giunta, finalizzato alla istituzione della zona naturale denominata parco fluviale delle confluenze Tanaro- Bormida-Orba senza il necessario coinvolgimento di coloro che vantano addirittura un diritto di proprietà sull’area interessata; se non ritengano doveroso instaurare un dialogo proficuo anche con le associazioni ambientaliste, quelle degli agricoltori ed anche i cittadini residenti nel territorio o comunque fruitori del paesaggio, prima di adottare provvedimenti importanti come quello in oggetto”.