Abbattimento delle barriere, “basterebbe accendere il cervello”
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Abbattimento delle barriere, “basterebbe accendere il cervello”

Nel corso della Commissione convocata per discutere di disabilità e di barriere architettoniche e sensoriali e per illustrare l'esperienza della Skarrozzata, non sono mancate le critiche e le polemiche. Di Donna: "Le rampe non vanno tenute nel retrobottega!"

Nel corso della Commissione convocata per discutere di disabilità e di barriere architettoniche e sensoriali e per illustrare l'esperienza della Skarrozzata, non sono mancate le critiche e le polemiche. Di Donna: "Le rampe non vanno tenute nel retrobottega!"

ALESSANDRIA – Anche se il clima che si respirava nel corso della Commissione Consigliare di mercoledì 28 maggio, dedicata alla rogettazione accessibile, rimozione delle barriere archiettoniche, mobilità debole, mobilità delle persone con disabilità, era decisamente positivo e propositivo, non sono mancate le critiche e le polemiche da, soprattutto, di chi da anni vive la disabilità. 

“Molte barriere credo che si possano abbattere a costo zero, è sufficiente accendere il cervello – ha detto Francesco Margaria, vicepresidente provinciale della Fand (Federazione Associazioni Nazionali Disabili) – Io chiedo a quanti di questa sala si sono posti il problema di essere capiti da Marinella Veloce dell’Ens (Ente nazionale ordi), che è non udente, ragionando di portarsi di fronte a lei in modo che possa leggere le vostre labbra. Vorrei sapere quanti ingienieri, architetti e geometri che hanno partecipato allo Skarrozzata, nel momento in cui si troveranno a progettare qualcosa si ricorderanno di questa esperienza. Giusto il discorso dei fondi e della loro mancanza, però una parte delle barriere architettoniche e sensoriali può essere affrontata usando il buon senso, questo vale per gli amministratori, i tecnici, tutti”. 

E sugli interventi “low cost” è intervenuto anche Francesco Vacca, presidente dell’Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla): “Piccoli accorgimenti non pesano sul bilancio di un negozio o di un esercizio. Penso, ad esempio, al fatto che se io, che per deambulare utilizzo un ausilio, entrado in un negozio di abbigliomento, intendo provarmi un paio di pantaloni, se nel camerino non trovo una sedia, non ho la possibilità di farlo.”

Sul fatto di non “sciovolare” creando barriere proprio nel corso di incontri come quello del 28 maggio è tornato anche Giovanni Barosini, presidente del gruppo consigliare Udc: “Almeno in occasioni come questa credo sia importante trovare la modalità di coinvolgere maggiormente le persone non udenti che partecipano”. 

E ancora, “Sono per fare qualcosa di concreto piuttosto che tanti discorsi – ha detto il Governatore del Distretto Lions, Vittorino Molino – Per ciò che riguarda i negozi di Corso Roma, ad esempio, perchè non iniziamo con l’abbassare, ad esempio quei gradini di due centimetri? Io credo che un lavoro del genere non comporti un costo eccessivo e che anche le istutizioni e le associazioni di categoria che rappresentano i proprietari e i commercianti, possano contribuire a risolvere il problema, dando un segnale importante alla città”.

Le parole più accese sono state quelle di Savino di Donna, presidente dell’Aias (Associazione Italiana Assistenza Spastici) che ha ribadito che i vincoli di legge che riguardano questi temi risalgono agli anni ’70 e che, intanto, sarebbe un buon punto di partenza farli rispettare.
“Trovo davvero, assurdo, che l’ufficio del Disability Manager non riceva nessun contributo economico da parte del Comune per svolgere la propria attività e altrettanto insensato che ci siano ancora persone – è il caso di un 12enne che vive insieme alla famiglia in uno degli appartamenti dell’Agenzia Territoriale per la Casa – che devono portare avanti impegnative e lunge battaglie per ottonere ausili che spettano loro di diritto – in quel caso un servo scala che consenta al ragazzino di uscire di casa. 
Scorretto, inoltre, che in occasione della Skarrozzata si siano fatti grandi sorrisi e sentite strette di mano a chi dispone della rampa per l’accesso alla propria attività commerciale nel retro. Le rampe non vanno tenute nel retrobottega (o “nel di dietro”), ma vanno segnalate affinchè chi desidera accedere al locale pubblico possa farlo”.

 

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