Andrea Capra, sogni e progetti di una giovane promessa alessandrina
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Alessandro Francini  
19 Maggio 2014
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Andrea Capra, sogni e progetti di una giovane promessa alessandrina

Ha difeso la porta del Pordenone nell'ultima stagione di serie D andando a conquistare la promozione in LegaPro. Di proprietà grigia, nella stagione 2012/2013 è stato convocato per tre volte da mister Notaristefano. “Il mio sogno è quello di scendere in campo al “Moccagatta” con la prima squadra e un giorno diventare il portiere titolare”

Ha difeso la porta del Pordenone nell'ultima stagione di serie D andando a conquistare la promozione in LegaPro. Di proprietà grigia, nella stagione 2012/2013 è stato convocato per tre volte da mister Notaristefano. ?Il mio sogno è quello di scendere in campo al ?Moccagatta? con la prima squadra e un giorno diventare il portiere titolare?

CALCIO – Il sogno di ogni ragazzo delle giovanili dell’Alessandria è quello di calcare, almeno una volta, il prato del “Moccagatta” con la maglia della prima squadra; Andrea Capra c’è andato vicino nel 2013, quando per tre volte è stato chiamato a fare da riserva al portiere titolare.
Classe ’95 (pochi giorni fa ha festeggiato il suo compleanno), alessandrino doc il cui tesserino è di proprietà grigia, ha da poco conquistato la LegaPro difendendo la porta del Pordenone.
Dopo essere stato il primo portiere della Berretti nella stagione 2012/13, lo scorso settembre è stato mandato in Friuli per “farsi le ossa” in serie D. Partito come terza scelta, ha saputo guadagnarsi la fiducia dell’allenatore Carmine Parlato, diventando negli ultimi due mesi titolare fisso. Ora sembra pronto per mettersi di nuovo in gioco nella società che l’ha cresciuto, per provare a convincere il tecnico mandrogno (D’Angelo o chi per lui) a confermarlo nella rosa della prossima stagione di LegaPro.

L’abbiamo incontrato per farci raccontare l’esperienza vissuta a Pordenone e per conoscere meglio un giovane talento alessandrino di cui risentiremo certamente parlare e che, un giorno, potrebbe essere il nuovo numero uno dei grigi.

Andrea tu sei alessandrino e il tuo cartellino è di proprietà dell’Alessandria. Però poche settimane fa hai raggiunto la promozione in LegaPro con la maglia del Pordenone, giocando le ultime 9 partite da titolare. Raccontaci da dove sei partito e come sei arrivato a questo punto
A 6 anni ho iniziato con i pulcini dell’Europa, una delle tante società calcistiche alessandrine. A 11 anni sono entrato nelle giovanili dell’Alessandria e qui sono rimasto sino a settembre dello scorso anno. Nell’estate 2012 ho svolto la mia prima preparazione estiva con la prima squadra e sono stato promosso a titolare della Berretti. Durante la stagione ho fatto per tre volte la riserva di Servili e poco dopo la fine dell’ultimo ritiro estivo mi è stato proposto di andare a Pordenone per fare un po’ d’esperienza. Ci ho pensato un po’ su, ma nemmeno troppo, ed ho accettato. Devo dire che è stata una scelta azzeccata, perché ho trovato una società seria e l’ambiente ideale per crescere. La piazza è molto calda e la festa per la promozione in Lega Pro è stata bellissima.

Hai già parlato con la dirigenza grigia riguardo al tuo prossimo futuro?
No, ancora non ho parlato con nessun dirigente dell’Alessandria, ma spero di poterlo fare presto. Rimanere un altro anno a Pordenone non sarebbe assolutamente un problema, come ho detto in precedenza è stata un’esperienza molto positiva, però devo ammettere che in caso di scelta darei comunque la precedenza ai grigi. Anche come portiere di riserva, sarebbe ugualmente un onore. Giocare nella squadra della mia città è da sempre il mio sogno. In ogni caso prima di pensare a certe cose preferisco aspettare di incontrare i dirigenti delle due società.

 
Partendo da terzo portiere sei arrivato ad essere il numero 1. Sei soddisfatto del tuo rendimento a Pordenone?
Sì, sono molto soddisfatto perché questa di Pordenone è stata soprattutto un’ottima occasione per accumulare esperienza, per maturare a livello tecnico ma anche mentale. Credo di aver raggiunto entrambi gli obiettivi. Gli inizi non sono stati semplici, ho passato molte partite del girone d’andata in tribuna. Comunque non mi sono lasciato abbattere ed ho continuato ad allenarmi con serietà e impegno. A gennaio, tra l’altro, avrei potuto andarmene, ma al contrario ho deciso di restare per giocare la mia chance. Verso marzo una serie di episodi a me favorevoli hanno fatto sì che quella chance si presentasse. Da quel momento ho giocato le restanti partite da numero 1. Conquistare la LegaPro a 19  anni collezionando 10 presenze in campionato partendo da “terza scelta” può essere considerato un risultato più che soddisfacente.

Se dovessi giocare la prossima stagione qui ad Alessandria, chi dei tuoi compagni neroverdi porteresti in grigio con te?
I due giocatori che mi hanno sorpreso di più sono stati Marcelo Aparicio, che tra l’altro in passato ha giocato qui ad Alessandria (stagioni ’08/’09 e ’09/’10, n.d.r.), e il centravanti Emil Zubin, che ha quasi 37 anni ma a mio modo di vedere rimane un fenomeno. Aparicio è stato il vero trascinatore nella nostra rincorsa alla LegaPro, ha qualità tecniche ed umane indiscutibili. A quanto ne so ancora adesso ad Alessandria conservano un buon ricordo di lui. Per quanto riguarda i compagni più o meno coetanei direi che il centrocampista Matteo Buratto, classe ’94, è quello dotato di maggior talento, uno che può seriamente ambire a traguardi molto prestigiosi.

Conosci personalmente qualcuno dell’attuale rosa grigia? Chi di loro ti ha più impressionato?
Beh, in ritiro ho avuto al mio fianco buona parte dei giocatori che hanno conquistato la permanenza in LegaPro. Devo dire che quelli con cui ho legato di più sono stati Caciagli, Tanaglia e Filiciotto (Caciagli e Filiciotto a gennaio sono stati ceduti, n.d.r), inoltre Servili in quel periodo mi ha dato parecchi consigli; poi sono molto amico di Lassandro, terzo portiere dell’ultima stagione. Quello che mi ha impressionato di più è stato Julien Rantier, tecnicamente “un mostro”.

Quando hai capito che il calcio sarebbe potuto diventare il tuo lavoro?
Diciamo che la reale consapevolezza è arrivata l’anno scorso in estate. Quando mi hanno chiamato per la seconda volta a svolgere la preparazione estiva con la prima squadra ho capito che il calcio sarebbe diventato il mio lavoro.

Stai ancora studiando o hai deciso di interrompere per concentrarti meglio sulla tua carriera di portiere?
Purtroppo ho dovuto necessariamente lasciare gli studi a dicembre. Stavo frequentando ragioneria qui ad Alessandria, ma la distanza tra la mia città e Pordenone è molta, senza contare il pochissimo tempo a disposizione da poter dedicare ai libri. Al momento posso dire che è stata una buona scelta perché subito dopo è iniziato il mio periodo di crescita con il Pordenone. Se a settembre sarò qui in Alessandria riprenderò a studiare, perché ad un certo punto la carriera termina e devi in qualche modo ricominciare. A me piacerebbe rimanere nel mondo del calcio, magari come allenatore dei portieri.

Quali sono gli obiettivi che speri di centrare da qui a qualche anno?
Il mio sogno è quello di arrivare a giocare almeno una partita di campionato con l’Alessandria al “Moccagatta” e poi, un giorno, diventare il portiere titolare dei grigi. Se la prossima stagione dovessi giocarla in una formazione di serie D per me sarebbe lo stesso un gran traguardo. Ho solo 19 anni e devo ancora fare esperienza. Per il momento, però, cerco di non guardare troppo avanti e pensare soprattutto al presente.

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