E resterà dei grilli l’ostinato concerto
Il testo di Stefano Benni, una presa di coscienza planetaria, il punto di vista dellaltro diverso da noi ma anche una grandiosa lezione di scienze, offerto giovedì pomeriggio allAuditorium Pittaluga
Il testo di Stefano Benni, una presa di coscienza planetaria, il punto di vista dell?altro diverso da noi ma anche una grandiosa lezione di scienze, offerto giovedì pomeriggio all?Auditorium Pittaluga
ALESSANDRIA – Parla la blatta “Bacio le mano a tutti voi vertebrati tetrapodi della clacco mammalia e dell’ordine dei primati onimodei bisessi. Lo so, suona peggio che signore e signori, ma le classificazioni valgono per tutti, mi presento: sono un invertebrato esapode della classe insetti e dell’ordine degli pterigoti sottordine blattoidei. Ho corpo parzialmente coperto dal prototorace, ali anteriori membranose, tarsi pentarticolati sono viviparo, cosmopolita, ho molti nomi scarafaggio, vecchia, scafarone, canard, cockroach, beatle, shabe, carrabusu, nerezza, quaquara, e soprattutto blatta, esistono di me tremilacinquecento specie e per ognuno di voi umanoidi, sulla terra ci sono diecimila di noi. E siamo ognuno diverso dall’altro. Ma voi siete troppo occupati da altre cose per guardare la varietà meravigliosa ai vostri piedi e sopra la vostra testa. Siete occupati dal grande compito di custodire e salvare la terra e noi vi siamo grati, perché salvando la terra salverete anche noi. Perciò vi porto il saluto preoccupato dei mille e mille piccoli esseri il cui destino è nelle vostre mani. La nostra vita di pochi giorni, breve per voi ma lunga per noi.”
E questo è solo l’inizio. Il seguito è a colpi di manciate di minuti dedicati a sentimenti e preoccupazioni, si partecipa al dramma amoroso tra una farfalla e il suo altezzoso fiore, al duro lavoro di due api del triangolo industriale, traghettati in questo viaggio da tre scarafaggi filosofi: per loro niente photoshop, gli occhi rossi sono perfetti.
Da qui in avanti la pila della macchina fotografica tradisce e non ho documentazione visiva della terribilità a venire: pregnanti zanzare hard e velenosissimi ragni e coccinelle e formiche nere e da non dimenticare i tre – sinfiti o apocriti ? – che lavorano tutto il tempo con batteria, basso e pianoforte.
Il testo di Stefano Benni è una presa di coscienza planetaria, è il punto di vista dell’altro diverso da noi ma anche una grandiosa lezione di scienze: con un annetto di preparazione un’insegnante volenterosa costruirebbe una solida base a piccoli entomologi in erba da festeggiare con la visione dello spettacolo offerto giovedì pomeriggio all’Auditorium Pittaluga. Una messa in scena eco eco, ecologica ed economica: scene e costumi sono orgogliosamente realizzati con materiale riciclato. Inserito nella XVII Edizione del Festival Internazionale di opera e teatro musicale di piccole dimensioni Scatola Sonora, lo spettacolo Il Carnevale degli insetti ha regalato pathos, colpi di scena e divertimento oltre a musica e canto ma soprattutto poesia:
“E resteranno i grilli a cantare
Quando l’ultima stella sarà spenta
Il grillo canoro che fa del corpo coda e arco
Spiritello musico in un sipario d’erba.
Il grillo, respiro inquieto della terra
Il grillo che i poeti e i morti sanno ascoltare
Il grillo con una zampa d’amore e una di pena
Il piccolo peccatore, il notturno santo
Quando tutto sarà notte, resterà il canto
Né lamento né gioia, né riso né pianto
Quando tutto sarà visto, morto, scoperto,
resterà dei grilli l’ostinato concerto.”