Cissaca: è allarme per le borse lavoro
Home

Cissaca: è allarme per le borse lavoro

A rischio quattro quinti degli interventi di sostegno erogati con borse lavoro e attività di tirocinio, strumenti però essenziali per aiutare persone in difficoltà con problemi non patologici. All’appello degli operatori risponde il presidente Buzzi: “stiamo lavorando perché nessuno resti indietro”

A rischio quattro quinti degli interventi di sostegno erogati con borse lavoro e attività di tirocinio, strumenti però essenziali per aiutare persone in difficoltà con problemi non patologici. All?appello degli operatori risponde il presidente Buzzi: ?stiamo lavorando perché nessuno resti indietro?

ALESSANDRIA – Le associazioni Opere di Giustizia e Carità, San Benedetto al Porto e le Cooperative Sociali “il Pane e le Rose” e “Coompany &” lanciano l’allarme per alcuni dei servizi di sostegno finora erogati in città, a rischio sospensione dopo che la Regione, a giugno 2013, ha approvato un nuovo regolamento che ne limita molto l’utilizzo. “Esiste una fascia significativa di popolazione soggetta a grave disagio economico o a diverse forme di svantaggio sociale determinati da problematiche non riconosciute come patologiche, ad esempio difficoltà relazionali, emarginazione, periodi di detenzione, limitate abilità sociali” – raccontano i rappresentanti degli Enti con personale impiegato grazie a borse lavoro o attività di tirocinio. “Molti fra questi cittadini, ormai diffusamente indicati come ‘zona d’ombra’ dai recenti rapporti Istat e Caritas 2013, sono stati fino ad oggi presi in carico e seguiti dal Cissaca che ha avuto la facoltà di inserire queste persone in percorsi educativi finalizzati alla socializzazione presso associazioni e cooperative sociali del territorio”.

“La partecipazione volontaria a questi percorsi – sottolineano Marco Santi, Fabio Scaltritti, Graziella Pittalis e Renzo Sacco – ha previsto fino ad oggi un sussidio come forma di contributo, riconosciuto in alcuni casi direttamente dall’ente ospitante, per l’attività svolta, diventando una vera e propria forma di sostegno al reddito che in questo periodo di crisi supplisce all’insufficienza di forme adeguate di ammortizzatori sociali. Tale strumento prevede diversi aspetti positivi per il soggetto inserito: non permette di cadere in una forma diseducativa di assistenzialismo, incentiva la persona attivando le parti positive residuali, conferisce dignità all’individuo; inoltre, sostiene spesso tutti quei progetti solidaristici promossi dai soggetti ospitanti a beneficio di tutta la comunità”.

Tutto ciò potrebbe però terminare in questi giorni, se le puntualizzazioni in materia di tirocinio formativo e di orientamento espresse dalla DGR N. 74-5911 del 3/06/2013 della Regione indurranno il Cissaca ad azzerare tali percorsi educativi, “sebbene questi non si configurino come un rapporto lavorativo né come un tirocinio formativo” – concludo gli operatori delle associazioni e delle cooperative. “La valenza di questi strumenti educativi in altri territori della Regione Piemonte è chiara, riconoscendo il valore implicito in percorsi che sottraggono l’individuo a forme di disagio sociale, esclusione e definitiva emarginazione. Altrettanto chiara risulta essere nella normativa di riferimento di regioni confinanti quali la Valle d’Aosta o, in modo più diffuso, della Comunità Europea. Esprimiamo forte preoccupazione per gli scenari che si prospettano ed auspichiamo che il Cissaca e le Istituzioni competenti sappiano individuare soluzioni volte a preservare quello oggi sembra essere l’unico strumento di sostegno per questa “zona d’ombra” che di giorno in giorno si fa più ampia”.

Mauro Buzzi (nella foto), presidente del Cissaca, tende però a tranquillizzare: “è vero che quattro quinti delle persone che oggi usufruiscono del nostro sostegno mediante borse lavoro hanno tipologie di intervento che andranno rimodulate, ma è ciò che stiamo facendo cercando formule nuove perché nessuno resti senza il sussidio finora percepito. A giugno 2013 sono cambiati da parte delle Regione i criteri per l’approvazione dei tirocini: ci sono in effetti tipologie contrattuali che i consorzi prima potevano attivare e che oggi, stando così le cose, potrebbero far scattare sanzioni e interventi dell’Ispettorato del lavoro. Per risolvere il problema stiamo modificando alcuni regolamenti interni e rimodulando alcune forme di contribuzione. Ci tengo a sottolineare che la Regione norma questo settore e noi dobbiamo adeguarci, ma è una questione in capo alla direzione lavoro e non a quella dei servizi sociali, tanto che per queste attività non riceviamo un contributo specifico da Torino. Dove non sarà possibile riformulare le attività di tirocinio o le borse lavoro penseremo alla costruzione di percorsi sociali di tipo civico, con una sorta di patto di cittadinanza che in qualche modo consenta alle persone di continuare a lavorare. Già questa settimana è stato convocato un cda e definiremo come procedere per le diverse situazioni”. 

Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione