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La storia dell’ospedale, per guardare anche al futuro
E' stato ristampato il volume di Giovanni Maconi sulla storia dell'ospedale Santi Antonio e Biagio, presentato alla Fondazione Cassa di Risparmio. Un occasione per parlare non solo del passato, ma anche del futuro
E' stato ristampato il volume di Giovanni Maconi sulla storia dell'ospedale Santi Antonio e Biagio, presentato alla Fondazione Cassa di Risparmio. Un occasione per parlare non solo del passato, ma anche del futuro
ALESSANDRIA – Dalle prime “chiese di spedale” al futuro del Santi Antonio e Biagio. La ristampa del volume “Storia dell’Ospedale dei santi Antonio e Biagio di Alessandria”, presentato ieri nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di piazza della Libertà, è stata l’occasione per parlare del ruolo degli ospedali, “prima luoghi di assistenza alla morte, ora luoghi di assistenza alla vita”, per usare le parole del direttore dell’azienda ospedaliera alessandrina Nicola Giorgione. Il volume fu pubblicato la prima volta nel 2003: una storia dettagliata del nosocomio di via Venezia, supportata da una accurata ricerca storiografica, portata a termine dal compianto medico Giovanni Maconi. Quest’anno la pubblicazione è stata riproposta, arricchita da una sezione fotografica curata dal professor Caselli. La storia dell’ospedale si intreccia con la storia della città e con il ruolo della sanità nei secoli, a partire da quando, ad Alessandria, i centri di cura erano adiacenti alle chiese e dove venivano soccorsi soprattutto i pellegrini, le cosiddette “chiese di spedale”, appunto.
Il nosocomio, come lo conosciamo oggi, è stato realizzato nel 1790, la facciata completata nel 1885. Ma la storia dell’ospedale non è la storia dell’edificio, non solo: è la storia di una professione, di una “missione”, quella del medico. Che ora si trova a dover fare i conti con piani sanitari, tagli e mancanza di risorse. Innegabile, come dice il direttore Giorgione, “che stiamo saturando la capacità delle strutture vecchie, che stanno diventando vetuste. Bisogna pensare al futuro, senza necessariamente spendere milioni di euro”. In molti, tra il folto pubblico, hanno pensato nello specifico al santi Antonio e Biagio di Alessandria e al progetto, forse sempre più lontano, del nuovo ospedale. “Occorre pensare al nuovo ospedale in termini di punto di riferimento più ampio – aggiunge Giorgione – A breve saremo chiamati ad una nuova riorganizzazione. E’ un percorso ad ostacoli quello della sanità; non dobbiamo perdere di vista quello che è il mandato che arriva dalla cittadinanza”.
Ha parlato di “hub ospedaliero” anche l’assessore regionale alla Sanità Ugo Cavallera, che evidenzia la necessità di trovare le risorse necessarie per portare avanti un progetto di ospedale di riferimento del territorio.