Il Broletto di Alessandria: una lezione di Carlo Tosco
Inizia lunedì 27 gennaio il ciclo Inventario medievale a Palatium Vetus. Relatore uno dei massimi esperti italiani di architettura medievale
Inizia lunedì 27 gennaio il ciclo ?Inventario medievale a Palatium Vetus?. Relatore uno dei massimi esperti italiani di architettura medievale
ALESSANDRIA – Avrà inizio lunedì 27 gennaio Inventario medievale a Palatium Vetus, il ciclo di incontri sulla storia della città, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Come ha ricordato nel corso della presentazione il presidente della Fondazione, Pier Angelo Taverna, l’iniziativa ha lo scopo di fare di Palatium Vetus la sede di una serie di appuntamenti culturali, direttamente promossi dalla Fondazione e dedicati alle discipline storiche e alla storia del territorio, con il coinvolgimento di studiosi ed esperti che ne garantiscano un elevato livello scientifico e un’ampia risonanza nazionale.
La prima conferenza, introdotta da Roberto Livraghi, curatore del ciclo, che si svolgerà nel salone dell’antico Broletto cittadino il 27 gennaio, con inizio alle 16.30, avrà per tema: Il Palatium vetus di Alessandria e gli altri palazzi pubblici dell’Italia nord-occidentale. Relatore, uno dei massimi esperti italiani di architettura medievale, il professor Carlo Tosco. Tutti gli incontri sono aperti al pubblico.
Carlo Tosco ha pubblicato volumi e saggi sull’architettura del medioevo e sulla storia del paesaggio; tra i suoi lavori più recenti: Il castello, la casa, la chiesa. Architettura e società nel medioevo (Einaudi, Torino 2003); Il paesaggio come storia (Il Mulino, Bologna 2006); Il paesaggio storico. Fonti e metodi di ricerca (Laterza, Roma-Bari 2009); Petrarca: città, paesaggi, architetture (Quodlibet, Macerata 2011). In particolare, poi, è autore di alcuni saggi che si soffermano su quella particolare tipologia edilizia che si definisce “broletto” e che di fatto coincide con la sede originaria del potere comunale nelle città italiane del Medioevo. Gli studi di Carlo Tosco gli consentono quindi di collocare il “nostro” Palatium Vetus nel contesto più ampio degli altri palazzi pubblici dell’Italia del Nord, evidenziandone i punti di contatto con una tipologia architettonica assai diffusa nel XIII secolo, ma portando anche alla luce le particolarità del caso alessandrino, uno dei pochissimi restituiti nella loro integrità, senza i pesanti interventi realizzati altrove nel corso dei restauri di Otto e Novecento.