“Diritti per tutte le coppie, ma il matrimonio resti tradizionale”
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Stefania Cava - stefania.cava@alessandrianews.it  
23 Dicembre 2013
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“Diritti per tutte le coppie, ma il matrimonio resti tradizionale”

Famiglia come prima istituzione, adozioni per le coppie gay, unioni civili e bullismo omofobo: abbiamo intervistato Giovanni Barosini che aveva espresso qualche perplessità in merito all'impegno preso dal sindaco Rita Rossa per i registri delle coppie di fatto

Famiglia come prima istituzione, adozioni per le coppie gay, unioni civili e bullismo omofobo: abbiamo intervistato Giovanni Barosini che aveva espresso qualche perplessità in merito all'impegno preso dal sindaco Rita Rossa per i registri delle coppie di fatto

ALESSANDRIA – Tutto è iniziato, come spesso accade ultimamente, dalla rete. Un nostro articolo, che raccontava di diritti per le coppie di fatto ed omosessuali, condiviso e commentato, ha fatto il giro del web, raccogliendo commenti ed opinioni. Al centro del dibattito, l’affermazione del sindaco di Alessandria, Rita Rossa, ospite insieme al primo cittadino di Genova, Marco Doria, e allo psichiatra e psicoterapeuta Vittorio Lingiardi. “Io non sono favorevole solamente al pieno diritto delle coppie omosessuali a vedersi riconosciute le stesse possibilità di una coppia eterosessuale – ha dichiarato il sindaco – ma anche di poter adottare dei bambini. Dove c’è un progetto di vita insieme e c’è l’amore non deve essere lo Stato a mettersi di mezzo. Capisco comunque anche le obiezioni che hanno alcuni esponenti della mia stessa maggioranza, assolutamente non pregiudiziali”.

A riprendere l’articolo sui social network, esprimendo qualche perplessità in merito alle dichiarazioni della Rossa, è stato Giovanni Barosini, presidente del Consiglio provinciale. Per capire meglio il suo punto di vista abbiamo deciso di intervistarlo.

Un tema delicato che ha scatenato un dibattito acceso. Ma lei, signor Barosini, cosa ne pensa?
Devo fare una doverosa premessa: i temi etici, come questo, sono quelli che subiscono di più l’influenza delle diverse culture e dei differenti valori etici del singolo. Anche in Consiglio, dove spesso politici di diversi schieramenti condividono la stessa opinione su temi più generali – l’emergenza disoccupazione, la crisi – le questioni di natura etica suscitano reazioni discordanti, dettate dalla diversità cultura. Personalmente, per quella che è la mia visione del mondo, fatico a considerare l’idea che due persone dello stesso sesso si sposino ed adottino dei bambini: mi rendo conto che non sia una posizione avanguardista, ma stride con quello che è il mio pensiero. Guai, però, a pensare che non si debbano ampliare i diritti.

La dichiarazione del sindaco Rossa ha suscitato qualche perplessità, soprattutto in chi sosteneva che i problemi della città fossero altri.
Non posso negare che le sue parole abbiano sollevato in me dei dubbi. Oltre ad essere un cittadino, però, sono anche un politico: ho ritenuto corretto esprimere un’opinione che fosse allineata anche con il mio credo religioso, che avesse una coerenza cattolica. Non sono invece d’accordo con chi dice che i problemi siano esclusivamente altri: come amministratori dobbiamo affrontare tanto i problemi più gravi quanto le questioni legate a sfere più private, come la solitudine, ad esempio. Guardare una persona nella sua complessità, a mio parere, non sottrae nessuna energia ad altre questioni.

La cronaca riporta spesso casi di bullismo, talvolta a sfondo omofobo. Situazioni simili spingono all’autoisolamento e a minority stress, talvolta con conseguenze tragiche. Come si possono evitare, a suo parere, questi episodi?
Bisogna insegnare a rispettare il prossimo, non soltanto formalmente ma realmente, quotidianamente. Il ruolo delle istituzioni è importantissimo ma, in questo ambito, sono a mio parere ancora più importanti la famiglia e la scuola. Da questi due ambienti deve nascere il primo stimolo alla fratellanza: è un processo non facile, ma fondamentale, da cui le istituzioni potranno indubbiamente contribuire. La mia impressione è che si nasca amorevoli ma che poi – e lascio a fonti più specializzate di me, come gli psicologi – ci si “inquini”.

Qual è la sua opinione in merito ad unioni civili e ad adozioni per le coppie gay?
Sono convinto che sia importante che tutte le coppie, anche quelle formate da persone dello stesso sesso, abbiano uguali diritti, a patto che questo non venga connotato da un’ideologia che cerca di sovvertire il concetto di matrimonio. Ho la volontà di preservare il matrimonio, insomma, come elemento tradizionale.
Bisogna chiarire però una cosa: ognuno può vivere la propria vita come meglio crede, ma non credo sia giusto che le coppie gay adottino bambini. Si tratta di tempi, a mio avviso non ancora maturi, che fanno sì che la comunità non sia ancora pronta per affidare un bambino a due persone dello stesso sesso. Ed in questo dialogo bisogna considerare anche l’opinione dei bambini, che talvolta non sono d’accordo con l’idea di avere due genitori dello stesso sesso. Una cosa che invece dovrebbe essere ampliata, a mio vedere, è la possibilità per le coppie eterosessuali di adottare. La famiglia è per me la prima istituzione, la cellula naturale.
 

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