Ora Amiu può anche fallire
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27 Novembre 2013
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Ora Amiu può anche fallire

La Corte d'Appello di Torino ha ribaltato la sentenza del tribunale di Alessandria, dichiarando Amiu fallibile. E ora cosa accadrà?

La Corte d'Appello di Torino ha ribaltato la sentenza del tribunale di Alessandria, dichiarando Amiu fallibile. E ora cosa accadrà?

ALESSANDRIA – Ora Amiu può essere dichiarata fallita. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Torino chiamata in causa a seguito del decreto emesso a luglio scorso dal Tribunale di Alessandria. Facciamo un passo indietro.
Un anno fa circa un’assemblea straordinaria Amiu decreta la messa in liquidazione dell’azienda di raccolta dei rifiuti. L’obiettivo era la creazione di una newco che prendesse in carico il servizio, “lasciando” lungo il cammino un po’ di debiti dell’azienda in liquidazione.
Il tribunale di Alessandria, però, dichiara l’impossibilità di Amiu, in quanto azienda partecipata e il cui socio di maggioranza è il Comune, di dichiarare fallimento.
Dopo giorni di passione, con il personale fermo e in assemblea permanete, si fa strada l’ipotesi di un passaggio dei dipendenti da Amiu e Aral, che avrebbe proseguito il servizio in attesa di un bando di gara per l’assegnazione definitiva.
Sul piano legale, intanto, viene presentato ricorso contro la decisione del Tribunale di Alessandria, accolto ieri dalla Corte d’Appello. La liquidazione di Amiu ora potrebbe proseguire.
E, mentre da palazzo Rosso non arrivano dichiarazioni in attesa di capire quali saranno i prossimi scenari, i sindacati sono già sul piede di guerra: “non appena la notizia verrà resa ufficiale e saranno rese note le motivazioni della decisione della Corte d’Appello, chiederemo un incontro urgente con l’amministrazione, nonché socio di maggioranza di Amiu, per capire quali sono le intenzioni e le prospettive – dice Alessandro Porta di Uil Trasporti – E’ dal mese di luglio, da quando c’è stato il primo decreto, che è tutto bloccato. Ci auguriamo che nel frattempo l’amministrazione abbia predisposto un programma d’azione. Quel che è certo, è che noi non accetteremo la privatizzazione di Amiu”.
Cosa accadrà ora? Intanto dovrebbero essere nominati dal tribunale i curatori fallimentari che procederanno con una ricognizione dei debiti e dei crediti dell’azienda, individuando i creditori privilegiati (i dipendenti) e, a seguire, i fornitori. Verrebbe di conseguenza bloccato il pignoramento (su cui è attesa oggi la sentenza) di Contenur, l’azienda spagnola che vanta un credito di oltre un milione di euro per la fornitura dei cassonetti. Verrebbero probabilmente messi in vendita i beni ai fini del reperimento di risorse per il pagamento del debito. D’altra parte, i debitori di Amiu, tra cui lo stesso comune, saranno chiamati ad onorare gli impegni.
Resta aperta anche la strada di un nuovo appello, alla corte di Cassazione, della sentenza di Torino. E in questo caso si allungherebbero ancora i tempi. Ma c’è anche chi ipotizza il ricorso a nuove forme come il concordato preventivo.
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