Imu: “la possibilità è di ridurre le tasse ad una parte di cittadini”
Così viene definito dall'assessore al Bilancio, nell'omonima commissione, l'obiettivo che vuole raggiungere il Consiglio comunale andando a cambiare il Regolamento dell'Imu. Nello specifico si tratta di "assimilare" a prima casa, quella data in concessione dai genitori ai figli o viceversa e con uno specifico indicatore Isee
Così viene definito dall'assessore al Bilancio, nell'omonima commissione, l'obiettivo che vuole raggiungere il Consiglio comunale andando a cambiare il Regolamento dell'Imu. Nello specifico si tratta di "assimilare" a prima casa, quella data in concessione dai genitori ai figli o viceversa e con uno specifico indicatore Isee
ALESSANDRIA – La richiesta di modifica del Regolamento dell’Imu proposta dalla giunta al Consiglio comunale (in seduta nel pomeriggio di oggi, ndr) viene definita in commissione Bilancio, dall’assessore Matteo Ferraris come “la possibilità di ridurre le tasse ad una parte dei cittadini alessandrini”. Tutto parte da una evoluzione normativa nazionale che “dopo tutta una serie di incertezze in questi mesi su questa imposta – prosegue Ferraris – permette di apportare delle modifiche a livello di scelta locale”. Nello specifico si tratta di una agevolazione, che assimila quelle che sono “seconde case” concesse in utilizzo ad un membro della famiglia (come genitori- figli o viceversa), alle prime case, e che verrebbero quindi esentate dal pagamento della seconda rata Imu per l’anno 2013 e che si estenderebbe invece alle rate per gli anni a venire, con tutte le incertezze del “futuro” di questa tassa. Un altro aspetto introdotto per delimitare il campo di soggetti che possono autocertificare questa condizione è una clausola di tipo “sociale”: il cittadino in possesso di un immobile dato in usufrutto ad un membro della famiglia deve avere una certificazione reddituale Isee che stia dentro i 40 mila euro annui. Una “agevolazione sociale” la definisce l’assessore al Bilancio proprio perché permette di “non considerare tutti allo stesso modo”. Inoltre questa “nota positiva” per i cittadini deve fare anche i conti con le imposizioni, a livello fiscale, del dissesto che impone “per cinque anni di non poter avere potere d’azione sulle aliquote”. L’unico modo di intervento, proprio per ridurre il prelievo fiscale da parte del Comune sulla cittadinanza, era quello di agire sul Regolamento.
